Monselice - Sciopero alla Lem Service (Ex centro riciclo)

Presidio davanti i cancelli contro la rappresaglia della cooperativa nei confronti di un delegato sindacale

1 / 4 / 2011

A partire dalla giornata del 31 marzo, le lavoratrici e i lavoratori dell'impianto di selezione NEK di Monselice (già CRM) hanno deciso di incrociare le braccia proclamando uno sciopero ad oltranza per respingere le gravi provocazioni messe in atto dalla cooperativa Lem Service (l'attuale cooperativa che gestisce l'impianto che occupa un centinaio di persone) sfociate in tre fatti ben precisi: il primo è stato l'avere demansionato un lavoratore inquadrato nel 4° livello, nonchè rappresentante sindacale di USB adl, levandolo dal suo turno di lavoro e relegandolo a fare pulizie fuori dall'impianto di produzione; il secondo è stato quello di non avere rispettato l'accordo siglato nello scorso febbraio, con il quale, a fronte di nuove assunzioni con contratti a termine, si doveva applicare il principio, in caso di riduzione del lavoro, di precedenza nell'effettuazione delle ore lavorabili del personale stabile; il terzo, ancora più grave è stato quello di avere sospeso cautelativamente lo stesso rappresentante sindacale accusandolo in modo assolutamente falso ed inverosimile di avere minacciato, offeso e addirittura molestato l'impiegata che aveva portato le buste paga. Nonostante queste tre gravi provocazioni, le lavoratrici ed i lavoratori hanno voluto mantenere la calma, chiedendo un incontro per affrontare e risolvere i problemi, respingendo le provocazioni.

Nella giornata di mercoledì 30 avrebbe dovuto esserci un incontro con lacooperativa, ma in realtà, si è presentato un consulente del lavoro che non aveva alcun potere di decisione. Si è deciso comunque di lasciare un'altra giornata di tempo alla cooperativa per revocare la sospensione cautelare, per ripristinare le mansioni e rendersi disponibili ad un incontro per affrontare tutti i problemi dell'impianto, compreso quello legato alla qualità della produzione. A fronte di una volontà precisa di non voler rispondere, l'assemblea del turno della mattina decideva di entrare in sciopero ad oltranza. La stessa cosa veniva fatta con il turno del pomeriggio e si informava la cooperativa e anche la Provincia che quanto successo era inaccettabile in quanto riguardava prima di tutto la dignità dei lavoratori.
Consapevoli della pesantezza della forma di lotta adottata, le lavoratrici ed i lavoratori comunque hanno deciso che il comportamento della cooperativa e dei nuovi proprietari dell'impianto non era accettabile e, purtroppo, si era costretti ad intervenire in quel modo.
Fino al momento in cui stiamo scrivendo non è successo ancora nulla e staremo a vedere gli sviluppi nei prossimi giorni. Una cosa è comunque certa: non c'è alcuna disponibilità a farsi calpestare sul terreno più importante che è quello della dignità.

In data 1° aprile, a fronte di una totale indisponibilità anche solo a revocare la sospensione cautelare, si decideva di continuare con lo sciopero e con il blocco dei cancelli.

Nel corso della giornata, a seguito anche dell'intervento dell'Ass. re provinciale al lavoro Barison, la cooperativa accettava di fissare un incontro per la giornata di lunedì e revocava la sospensione cautelare.

A fronte di questa decisione, i lavoratori decidevano di rimuovere il presidio, rinviando ogni altra decisione all'esito dell'incontro di lunedì.