Per articolare la campagna Welcome anche in Campania

Napoli - Assemblea No War

3 / 4 / 2011

Siamo in guerra oramai da giorni. Siamo in guerra, in una guerra pericolosa e vergognosa, con un paese che ci sta di fronte. Siamo in guerra a difendere con le bombe i civili che sono insorti contro un dittatore con cui il nostro Governo (in maniera più approfondita, ma comunque in continuità rispetto ai Governi ad esso precedenti) ha intrattenuto relazioni economico-finanziarie e di ostentata amicizia fino all’alba delle rivolte. Siamo in guerra

soprattutto con un regime retto da un Rais che tutte le belligeranti potenze internazionali oggi delineano come il nuovo nemico pubblico da spazzar via con l’uso delle armi e delle bombe, ma con il quale le medesime hanno stretto ieri patti bilaterali volti al disciplinamento dell’emigrazione e al controllo delle frontiere nonché del traffico di migranti nel mediterraneo. Quegli accordi, firmati indistintamente da tutti quelli che oggi si fanno paladini degli oppressi, hanno dato mandato a Gheddafi di aprire quegli enormi lager nel deserto, quelle prigioni in cui migliaia di donne e uomini in fuga dall’africa centrale, dalla guerra o dal genocidio o ancora dalla fame, venivano chiusi e lasciati in balia delle torture oppure condannati a morte senza appello. Questa violenza sui corpi, su migliaia di corpi di migranti in fuga per la sopravvivenza, è il vero volto crudo e calcolatore del voltafaccia degli europei nei confronti di Gheddafi. Ora, che in tutto il Maghreb tumulti e insurrezioni si sono susseguiti per tre lunghi mesi ininterrottamente viaggiando di paese in paese e seminando in tutta l’area della sponda-sud del mediterraneo il germe inarrestabile della rivolta; ora che si è aperta una fase costituente caratterizzata dall’incertezza e dall’evidente tentativo occidentale di partecipare da protagonista al futuro prossimo dei territori liberati: proprio da quelle terre in tanti scappano, in tanti cercano l’occidente e prendono il mare, cominciando a sbarcare ininterrottamente a Lampedusa. L’isola del sud della sicilia è piccola e oramai straripa di uomini e donne, mentre il Governo italiano tira fuori il volto del suo “leghismo” più barbaro e se ne lava le mani,cacciando ogni giorno una espressione di sempre più vergognoso razzismo e lasciando gli isolani ed i migranti, tutti colpevoli di essere SUD, in balia degli eventi e dell’emergenza igienico sanitaria. 
Intanto, dopo il collasso, i migranti cominciano ad esser portati in campi-prigione offerti gentilmente dal solidarismo delle regioni, dai quali in moltissimi provano la fuga mentre tanti altri vi marciscono in attesa di una nuova tappa del loro destino di carcerati senza colpa: anche la nostra regione farà la sua parte in tal senso e offrirà gli spazi della Caserma “Tenente Ezio Andolfato” a Santa Maria Capua Vetere (CE), per allestire un centro di detenzione dentro il quale accogliere una parte dei migranti arrivati a Lampedusa dalle coste del nord Africa. Per di più, questo tratto di inedito solidarismo internazionale trova nei nostri territori non solo un nuovo luogo di detenzione per i migranti, ma anche un centro strategico e di coordinamento delle operazioni militari della campagna libica, grazie alla presenza imponente delle basi di Capodichino e Bagnoli. Di fatti ancora una volta i nostri territori vengono governati e controllati, manu militari, al fine di gestire interessi lontani, legati agli equilibri geopolitici internazionali e ai tornaconto delle potenze europee o statunitensi.

Noi abbiamo sempre detto NO a questa appropriazione indebita di spazi e di libertà (dove c’è una base militare sono sospese tutte le libertà civili, e ogni normazione nazionale, per cui intere zone delle nostre aree reginali sono regolamentate quali zone vietate persino al passaggio dei nostri stessi corpi) ed oggisentiamo di dover ribadire questo rifiuto, tornando a chiedere l’immediata smilitarizzazione della nostra città e della sua provincia, anche e soprattutto alla luce della centralità che questa sta assumendo in una guerra fatta per gli interessi economici e politici di Francia ed Inghilterra, degli USA e della stessa Italia sotto la guida dell’attuale governo centrale ma non senza la complicità delle opposizioni partitiche presenti in parlamento.

Ribadiamo inoltre la nostra ferma opposizione all’apertura di un centro per detenzione e di carcerazione ovunque in Europa e soprattutto sui nostri territori, convinti piuttosto della necessità di un ASILO POLITICO EUROPEO GENERALIZZATO per tutti i profughi e convinti pure dell’importanza primaria della libertà di ogni singolo uomo di attraversare tutto il mondo ed ogni frontiera, senza imputazioni e senza possibilità di nessuna forma di carcerazione, perché migrare non è e non deve essere reato!

Rivendichiamo pure e simultaneamente sia la condanna al regime libico del Rais e alla sua barbarie, sia la nostra contrarietà ai bombardamenti indiscriminati sulla Libia, a danno dei civili e ad opera delle potenze europee, le stesse che oggi tornano ad invadere il nord-africa con l’arroganza di un atteggiamento impregnato dalla storia coloniale e con la conseguente volontà di protagonismo bellico di chi crede di poter esercitare su quelle terre ancora un dominio indiscriminato, senza rispetto alcuno per l’autodeterminazione dei popoli.

Per discutere insieme di tutto questo, per organizzare insieme la partenza della carovana che porterà aiuti materiali e volontari verso Tunisi e poi alla volta del campo profughi al confine libico, per prendere parolain modo finalmente incisivo in una città che ha un ruolo così decisivo in questo nuovo scenario bellico, vi invitiamo

LUNEDI’ 4 APRILE alle ore 18,30 presso il Laboratorio Occupato Insurgencia, 
in Via Vecchia San Rocco 18 (Colli Aminei)

Laboratorio Insurgencia
F.U.C.K. Collettivi autonomi studenteschi
Commons! Rete dei comitati per i beni comuni