Napoli: occupata l'azienda per il diritto allo studio

Continua la mobilitazione per una nuova cittadinanza universitaria

12 / 3 / 2013

Continua la mobilitazione nelle facoltà napoletane.
Oggi iniziano i lavori per organizzare nelle varie sedi della Federico II gli sportelli per raccogliere ed organizzare i malcontenti diffusi tra gli studenti universitari di questo ateneo relativamente all'erogazione delle borse di studio ed alla mancanza dei diritti essenziali per un accesso democratico alla formazione.

Ieri, intanto, un gruppo di studenti e precari della ricerca ha occupato gli uffici dell'A.Di.S.U. nell'ambito di una campagna per una nuova cittadinanza universitaria, a partire dal diritto alle borse di studio, all'abitazione, alle biblioteche, alle mense.

A fronte di un aumento del 120% della tassa regionale per il diritto allo studio, infatti:

- sono aumentati gli idonei non beneficiari delle borse di studio.

- sono stati tagliati il 30% dei pasti erogati da un servizio di alimentazione già esternizzato (a fronte di diverse strutture universitarie abbandonate all'incuria).

La nostra campagna ci ha permesso di entrare in contatto con i lavoratori A.Di.S.U., che subiscono ritardi nei pagamenti, mancata valorizzazione delle proprie competenze (mentre gravano sul bilancio consulenze esterne, contratti interinali e cottimi fiduciari).

Andrea, un laureando in Lettere della Federico II, spiega: «È per questo che pretendiamo i bilanci dell'azienda e -in generale- risposte da parte del direttore, risposte che chiamino in causa anche la Regione, responsabile dei fondi impiegati per garantire l'accesso al diritto allo studio».

Dario, studente di Ingegneria, riprende il discorso, aggiungendo: «Mentre l'università subisce gli effetti di una crisi devastante, con migliaia di studenti costretti ad abbandonare il loro percorso formativo, non si possono più tollerare ambiguità amministrative che -con il paravento di tecnicismi legali ma illegittimi- violano quotidianamente i diritti degli studenti universitari privati di ogni minimo sostegno, dalle mense, agli alloggi, alle borse, alle biblioteche. Il commissariamento tecnocratico dell'A.Di.S.U. è solo uno dei volti di un'aggressione politica complessiva all'università pubblica. Un'aggressione cui si deve rispondere rivendicando risorse e diritti in ogni sede, per riottenere l'accesso ad un'università che - sempre di più - di pubblico ha solo il nome».