Il corteo sfila per le strade della città, urlando slogan e cori. Arrivati a piazza Borsa viene aperto uno striscione che rimanda alla giornata di mobilitazione di domani in tutta Italia, dalla Valle a Gradisca, da Pisa a Napoli.
Poco dopo si arriva davanti all'Assessorato all'Ambiente della Regione Campania, che già poche settimane fa era stato teatro di violente cariche sui manifestanti. Gli studenti trovano la polizia già schierata in tenuta antisommossa, e vengono ripetutamente caricati e manganellati, rincorsi per centinaia di metri lungo le strade che da via Marina arrivano alla zona universitaria. Qui alcuni studenti rifugiatisi all'interno della facoltà di giurisprudenza sono stati seguiti FIN DENTRO L'ATRIO DELLA FACOLTA' dalla celere, che ha arbitrariamente aperto le porte.
Uno studente medio ed un universitario sono stati pestati da numerosi celerini e poi arrestati e condotti in questura. Il comportamento della Questura di Napoli si dimostra ancora una volta vergognoso e ottuso. In un momento in cui, decine di migliaia di cittadini si stanno mobilitando contro la devastazione ambientale e sociale che ha colpito questi territori negli ultimi venti anni, lo Stato risponde con la consueta cieca violenza. Non possiamo non leggere una volontà profonda di difesa degli interessi dei poteri forti e la paura del contagio di indignazione e consapevolezza che sta colpendo la regione.
Questo è il momento in cui scegliere da che parte stare. Se dalla parte di quel movimento enorme e moltitudinario che domani invaderà la città, o dalla parte di quel coacervo di poteri legali e illegali responsabili d biocidio.
Questo il comunicato della rete "Studenti contro il Biocidio":