Emilio Molinari, del Comitato italiano per
il contratto mondiale per l'acqua, è convinto che la convergenza di
tante istanze apparentemente diverse in un'unica piazza sia un fatto del
tutto naturale, considerando i nessi che tengono insieme la questione
dell'acqua e il precipitare delle crisi mondiali strettamente collegate
alla scarsezza delle risorse.
Una manifestazione per l'acqua, contro
il nucleare e adesso anche contro la guerra in Libia. C'è spazio per
tutti sabato prossimo a Roma?
Il precipitare di questi eventi
convergenti deve far riflettere e spingere le persone ad unificare le
forze. Le associazioni che hanno promosso la manifestazione e il
referendum per l'acqua pubblica possono anche nutrire dei dubbi, ma
dobbiamo ricordarci che la questione dell'acqua è nata per unire e
attorno al referendum è bene che convergano tutti, anche il popolo della
pace, che peraltro verso i referendum non ha certo brillato per
impegno.
Del resto ci sono nessi profondi che legano le tre questioni.
Direi
decisivi per il futuro dell'umanità. L'intreccio fra l'acqua, il
problema del nucleare e del petrolio, e i conflitti armati che si stanno
generando per il venir meno delle risorse, dà il segno di una crisi
epocale che sta precipitando e che per ora non ha risposte. Anche per
questo è molto importante la piazza di sabato, semmai dobbiamo essere
capaci di spiegare alle persone che non ci si può dividere davanti a una
situazione che nel tempo è destinata ad aggravarsi e a provocare guerre
per l'accaparramento delle risorse. Oggi è per il petrolio, domani sarà
per l'acqua.
Oggi, a sinistra, è meno scontato scendere in piazza
per la pace. C'è una contraddizione lacerante tra dire stop alle bombe e
nello stesso tempo sostenere le rivolte?
La situazione è sicuramente
lacerante. Ci appare un popolo che si ribella e un tiranno che lo sta
massacrando, ma credo che la situazione sia molto più complessa. Intanto
Gheddafi non è così isolato come sembrava in un primo momento, e temo
proprio che come in ogni guerra chiunque vincerà massacrerà il suo
nemico. Forse si poteva pensare di sostenere prima e con altri mezzi
l'insurrezione del popolo libico, ma adesso è insensato mettersi a
bombardare un intero paese.
Nella nostra piazza c'è spazio per tutti
Luca Fazio intervista Emilio Molinari - Comitato Acqua pubblica
23 / 3 / 2011
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