Nella nostra piazza c'è spazio per tutti

Luca Fazio intervista Emilio Molinari - Comitato Acqua pubblica

23 / 3 / 2011

Emilio Molinari, del Comitato italiano per il contratto mondiale per l'acqua, è convinto che la convergenza di tante istanze apparentemente diverse in un'unica piazza sia un fatto del tutto naturale, considerando i nessi che tengono insieme la questione dell'acqua e il precipitare delle crisi mondiali strettamente collegate alla scarsezza delle risorse.
Una manifestazione per l'acqua, contro il nucleare e adesso anche contro la guerra in Libia. C'è spazio per tutti sabato prossimo a Roma?
Il precipitare di questi eventi convergenti deve far riflettere e spingere le persone ad unificare le forze. Le associazioni che hanno promosso la manifestazione e il referendum per l'acqua pubblica possono anche nutrire dei dubbi, ma dobbiamo ricordarci che la questione dell'acqua è nata per unire e attorno al referendum è bene che convergano tutti, anche il popolo della pace, che peraltro verso i referendum non ha certo brillato per impegno.
Del resto ci sono nessi profondi che legano le tre questioni.
Direi decisivi per il futuro dell'umanità. L'intreccio fra l'acqua, il problema del nucleare e del petrolio, e i conflitti armati che si stanno generando per il venir meno delle risorse, dà il segno di una crisi epocale che sta precipitando e che per ora non ha risposte. Anche per questo è molto importante la piazza di sabato, semmai dobbiamo essere capaci di spiegare alle persone che non ci si può dividere davanti a una situazione che nel tempo è destinata ad aggravarsi e a provocare guerre per l'accaparramento delle risorse. Oggi è per il petrolio, domani sarà per l'acqua.
Oggi, a sinistra, è meno scontato scendere in piazza per la pace. C'è una contraddizione lacerante tra dire stop alle bombe e nello stesso tempo sostenere le rivolte?
La situazione è sicuramente lacerante. Ci appare un popolo che si ribella e un tiranno che lo sta massacrando, ma credo che la situazione sia molto più complessa. Intanto Gheddafi non è così isolato come sembrava in un primo momento, e temo proprio che come in ogni guerra chiunque vincerà massacrerà il suo nemico. Forse si poteva pensare di sostenere prima e con altri mezzi l'insurrezione del popolo libico, ma adesso è insensato mettersi a bombardare un intero paese.