Nimby: Stop al bando per l'inceneritore

Incenerire o ridurre e riciclare i rifiuti?

11 / 9 / 2009

Otto punti e una richiesta: sospendere il bando per l'inceneritore e riscrivere il piano dei rifiuti. Nimby torna all'attacco e in un articolato documento, scaricabile sul sito www.ecceterra.org e presentato ieri da Simonetta Gabrielli e Fausto Nicolussi alla commissione ambiente di palazzo Thun, riafferma la propria contrarietà alla termovalorizzazione dei rifiuti.Un'uscita tempestiva, quella di Nimby, visto che la giunta vuol pubblicare entro ottobre il bando di gara europeo per il nuovo impianto di Ischia Podetti da 103mila tonnellate annue.

Sovradimensionato

È proprio sulla stazza che Nimby sferra il suo primo affondo. «I calcoli per dimensionare l'impianto - spiega Gabrielli - sono basati sui rifiuti residui di Trento. Ma in molte valli, la differenziata corre ben oltre il 65% previsto nel capoluogo». È il caso della valle di Fiemme che registra addirittura l'84%. «Fino a due anni fa - aggiunge Nicolussi - proprio il C1 aveva risultati pessimi. La sua performance dimostra che i cittadini sono pronti, mentre i politici sembrano gettare la spugna».

Il forno non serve

Il dubbio è che, riducendo il residuo grazie alla differenziata, l'inceneritore di Ischia Podetti reclami nuovo combustibile. «Che senso ha - si chiede Nicolussi - investire tanto sul porta a porta e costruire un forno che ha poco da bruciare? Si rischia di dover chiudere l'impianto in pochi anni, buttando al vento centinaia di milioni di euro dei cittadini». A quest'osservazione risponde l'assessore all'ambiente Marchesi, non certo un fan dell'inceneritore: «La giunta - afferma - pensa ad impianto modulare, così da far fronte anche ad una riduzione dei rifiuti».

Lo scandalo a Campiello

Altro tema sollevato da Nimby è quello del compostaggio. Gli ambientalisti, che potrebbero anche riprendere la catena del digiuno, denunciano lo sperpero di denaro per la chiusura dell'impianto di Campiello di Levico. I soldi spesi sono andati in fumo e oggi i Comuni, per il trattamento dell'organico, invece di guadagnare, spendono 80 euro a tonnellata per conferire oltre Borghetto. E ancora non si sa quando si otterrà il primo compost made in Trentino.

L'alternativa

L'inutilità dell'inceneritore per Nimby è testimoniata dalla mancanza di un piano finanziario che metta a confronto i costi di gestione con o senza il forno, ma anche dall'assenza di un bilancio energetico positivo, considerate le difficoltà nel realizzare il teleriscaldamento. In più si brucerebbero rifiuti ulteriormente differenziabili. «Grazie alla tecnica dell'estrusione - ricorda Gabrielli - il residuo può diventare sabbia sintetica. Per prevedere questa tecnica il piano provinciale dei rifiuti deve però recepire il decreto 152 del 2006». E allora la richiesta finale, insieme a quella di incentivi per la riduzione dei rifiuti, di un dibattito sui rischi per la salute e di un patto per la distribuzione del residuo tra tutti i comuni in Trentino, è quella di fermarsi e riscrivere il piano dei rifiuti. L'assessore Marchesi non chiude la porta a Nimby. «Sono valutazioni da prendere in considerazione. La Giunta deciderà collegialmente, ma la competenza sull'inceneritore è del sindaco». La palla allora passa ad Andreatta.

Approfondimenti

Pubblichiamo Da Ecce Terra.org - Informazione senza fumo

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Quanti conflitti, quali priorità?


Documento consegnato in Commissione Ambiente del Comune di Trento con richiesta al Consiglio comunale, prima di procedere alla discussione e alla successiva approvazione del bando di gara, di valutare le profonde contraddizioni maturate in questi anni nella gestione dei rifiuti in Trentino, e le correlate richieste.
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Fonte: L'Adige del 11.09.09