Ieri, 9 marzo, sono state accese le antenne del MUOS: sin dalla prima mattinata i tecnici dell’Arpa, accompagnati da quelli americani e dai consulenti dei comitati e del Comune di Niscemi, al lavoro per verificare se le emissioni, alla massima potenza, delle tre parabole e delle 46 antenne gia preesistenti superano o meno i limiti previsti dalle leggi italiane.
L’esito delle operazioni di rilevamento sarà reso noto solo nei prossimi giorni. I dati ufficiali dovranno essere depositati in sede di udienza davanti al Consiglio di giustizia amministrativa entro il 24 marzo: in base a questi dati i giudici amministrativi valuteranno a favore o contro il verdetto del Tar che ha giudicato legittima la revoca delle autorizzazioni all’impianto da parte della Regione siciliana.
I No Muos si sono immediatamente mobilitati: i Comitati hanno infatti cercato di bloccare i test obiettando che non e’ stato messo a punto alcun provvedimento a tutela della popolazione che, dunque, in questi tre giorni, e’ esposta a quelle emissioni che – secondo i consulenti del movimento No Muos – supererebbero e di molto i limiti stabiliti dalla legge, inoltre è stato denunciato che le modalità di rilevazione restituiranno dati incerti, dal momento che verranno effettuate soltanto su alcune delle antenne attivate a potenza ridotta.
[Vademecum sulle verificazioni “farsa”]
Le ragioni della popolazione locale sono state espresse nel corteo di protesta che è sfilato ieri nei pressi delle antenne. Nonostante i blocchi della polizia che ha impedito a molti attivisti di raggiungere il presidio No Muos.
[Ultim’ora dalla contrada Ulmo militarizzata e interdetta]
Niscemi così torna ad essere uno dei simboli di una terra militarizzata dalla NATO. Un paese, ormai l'Italia, che non solo devasta, inquina e ammala i propri territori ma finanzia altresì interventi militari e i dispositivi che producono morte: con una mano stringe alleanze eruropee per essere parte attiva alla campagna militare in Libia; con l'altra sostiene l'utilizzo della Nato per operazioni di polizia nel mare Egeo contro profughi e migranti in fuga da guerre e miseria.
[No all’intervento militare in Libia]
Alla fine del corteo il pacifista sessantaduenne Turi Vaccaro è stato arrestato. Prima, ha subito un fermo per aver violato il divieto di soggiorno nella provincia di Caltanissetta, impostogli dal tribunale di Gela. Dopo aver opposto resistenza passiva al fermo è stato portato via.