Niscemi - Di nuovo in funzione le antenne del MUOS

Accese di nuovo ieri mattina le 46 antenne del sistema radar della marina Usa per consentire le misurazioni delle emissioni da parte dei tecnici del tribunale

10 / 3 / 2016

Ieri, 9 marzo, sono state accese le antenne del MUOS: sin dalla prima mattinata i tecnici dell’Arpa, accompagnati da quelli americani e dai consulenti dei comitati e del Comune di Niscemi, al lavoro per verificare se le emissioni, alla massima potenza, delle tre parabole e delle 46 antenne gia preesistenti superano o meno i limiti previsti dalle leggi italiane.

L’esito delle operazioni di rilevamento sarà reso noto solo nei prossimi giorni. I dati ufficiali dovranno essere depositati in sede di udienza davanti al Consiglio di giustizia amministrativa entro il 24 marzo: in base a questi dati i giudici amministrativi valuteranno a favore o contro il verdetto del Tar che ha giudicato legittima la revoca delle autorizzazioni all’impianto da parte della Regione siciliana.

I No Muos si sono immediatamente mobilitati: i Comitati hanno infatti cercato di bloccare i test obiettando che non e’ stato messo a punto alcun provvedimento a tutela della popolazione che, dunque, in questi tre giorni, e’ esposta a quelle emissioni che – secondo i consulenti del movimento No Muos – supererebbero e di molto i limiti stabiliti dalla legge, inoltre è stato denunciato che le modalità di rilevazione restituiranno dati incerti, dal momento che verranno effettuate soltanto su alcune delle antenne attivate a potenza ridotta.

[Vademecum sulle verificazioni “farsa”]

Le ragioni della popolazione locale sono state espresse nel corteo di protesta che è sfilato ieri nei pressi delle antenne. Nonostante i blocchi della polizia che ha impedito a molti attivisti di raggiungere il presidio No Muos.

[Ultim’ora dalla contrada Ulmo militarizzata e interdetta]

Niscemi così torna ad essere uno dei simboli di una terra militarizzata dalla NATO. Un paese, ormai l'Italia, che non solo devasta, inquina e ammala i propri territori ma finanzia altresì interventi militari e i dispositivi che producono morte: con una mano stringe alleanze eruropee per essere parte attiva alla campagna militare in Libia; con l'altra sostiene l'utilizzo della Nato per operazioni di polizia nel mare Egeo contro profughi e migranti in fuga da guerre e miseria.

[No all’intervento militare in Libia]

Alla fine del corteo il pacifista sessantaduenne Turi Vaccaro è stato arrestato. Prima, ha subito un fermo per aver violato il divieto di soggiorno nella provincia di Caltanissetta, impostogli dal tribunale di Gela. Dopo aver opposto resistenza passiva al fermo è stato portato via.