Il 15 luglio inizia il No Border Camp 2016, situato nel campus universitario nel centro di Salonicco. A pochi giorni dall’inizio del campo il rettore si è ufficialmente dichiarato contrario richiedendo un intervento della polizia per rimuovere gli attivisti. Con queste preoccupazioni e con questa attenzione mediatica il campeggio ha visto fin dal suo inizio più di 600 attivisti internazionali, che aumentano di giorno in giorno. Inoltre la polarizzazione del dibattito mediatico rispetto a chi è favorevole e contrario ad un intervento da parte delle forze dell’ordine rendono il clima ancora più acceso.
Il campeggio è condiviso con i migranti siriani, che partecipano attivamente
nella gestione dei servizi come la cucina e il bar. Ci sono stati e sono
previsti workshop, assemblee e tavoli di lavoro sui diversi metodi di
repressione e di solidarietà attiva che caratterizzano l’Europa delle
migrazioni. I primi giorni il tema centrale è stato la Balkan Route, con
un’analisi della situazione recente e delle prospettive future. Ma gli interventi
non si limitano al piano locale: sono intervenuti attivisti dal Nord Africa
così come da Malmo, nel profondo Nord Europa. Oltre a workshop e dibattiti
dalla prossima settimana sono previste tre diversi manifestazioni che si
svolgeranno nei luoghi chiave per le migrazioni in Grecia. La prima sarà il 20
luglio contro il centro di detenzione ed espulsione situato nella periferia di
Salonicco, il 21 luglio nel centro storico di Salonicco si terrà il Migrants
Pride e infine il 23 luglio gli attivisti presenti al campeggio affiancati
dagli attivisti di diverse città greche si sposteranno per manifestare sul
confine greco-turco.
La sera del primo giorno arriva la notizia del tentato golpe in Turchia. Le
preoccupazioni sono molto alte: da un lato perché Salonicco è una delle più
grosse città europee vicine alla Turchia. Dall’altro, qualsiasi pesante crisi
turca avrebbe sicuramente conseguenze sulla Grecia che storicamente ha visto
diverse dispute territoriali con il Paese confinante. Il 16 luglio era prevista
una lunga discussione con delle compagne turche a proposito del trattato tra UE
e Turchia. Il gruppo turco ha deciso di rimandare la discussione in parte per
la pressione emotiva degli ultimi eventi e in parte per essere in grado di
fornire un’analisi a freddo rispetto alle conseguenze del tentato golpe che
sicuramente comporterà una intensificazione dei dispositivi di controllo e dei
dispositivi di repressione, volti a colpire anche i migranti. Come questo si
ripercuoterà sulle rivendicazioni ed i movimenti sociali è ancora dubbio; ad
ogni modo, per il 23 luglio è prevista la manifestazioni più partecipata in
termini numerici e che si avvicinerà maggiormente al confine con la Turchia. La
tensione e le preoccupazione per la giornata sono molte. ma nella confusioni di
questi giorni è chiara una cosa: la Turchia non può essere considerata un Paese
terzo sicuro in cui sono rispettati i diritti umani, come prevedono i recenti
accordi.
Dal No Border Camp seguiranno ulteriori aggiornamenti
Qui il link diretto all’evento:
http://noborder2016.espivblogs.net/files/2016/06/NoBoProgramPosterFinal2.jpg