Non ci fate paura!

12 / 8 / 2009

Martedì 11 agosto, intorno alle 20:30 mentre usciva da un bar e si accingeva ad entrare al C.S.O. Rivolta che si trova di fronte, un attivista del centro sociale è stato avvicinato da 4 individui vestiti in borghese che hanno esibito il tesserino qualificandosi come poliziotti e l’hanno invitato a seguirli in commissariato facendolo salire nella loro macchina.

Arrivato al commissariato di polizia di Mestre l’hanno fatto entrare in una stanza e l’hanno invitato ad aspettare. E’ arrivato poi un altro poliziotto che gli ha fatto visionare alcuni filmati da un computer che mostravano immagini riprese il 4 luglio a Vicenza durante la manifestazione No Dal Molin.

Gli sono state poste domande su quale delle persone riprese fosse lui e dopo circa mezzora, visto che il giovane si è rifiutato di rispondere ad alcun chè se non in presenza di un avvocato, è stato fatto uscire.

Ovviamente tutto ciò è inaccettabile. Se una persona deve essere sottoposta ad interrogatorio deve essere avvertito anche il suo legale e con alcuni giorni di preavviso.

Questo è un abuso di polizia. Cosa si può pensare di una cosa del genere successa alle nove di sera la settimana di ferragosto? Un tentativo di intimidazione?

Questa mattina, durante la conferenza stampa davanti al commissariato per denunciare quanto accaduto, si sono presentati agenti della digos negando che tutto ciò sia mai successo. Inquietante.

Cosa succede? Forse in questo clima da pacchetto sicurezza, mentre nelle spiagge solerti agenti delle diverse polizie inseguono venditori ambulanti, mentre si addestrano ronde di improvvisati tutori dell’ordine, mentre la clandestinità diventa reato, si vuole mettere a tacere o a “parlare” un giovane attivista, impegnato nella vita sociale della città, scomodo e ricattabile perchè rumeno e da poco scarcerato dopo l’assurda operazione Rewind sulla manifestazione a Torino dell’Onda.

Ma come sempre sbagliano di grosso. Noi vogliamo andare a fondo di questa storia e lo faremo. Pretendiamo verità e giustizia di fronte ad un epidosio degno di una dittatura sudamericana e sosterremo in ogni modo possibile la domanda di un’ inchiesta giudiziaria che il giovane vittima di quest’ episodio avanzerà nei prossimi giorni attraverso un esposto alla magistratura competente per ricostruire cosa è successo e individuare i responsabili degli abusi commessi.

Perchè il dissenso non si intimidisce e soprattutto perchè NON CI FATE PAURA!

Cso Rivolta

Lab. Morion

Ass. RazzismoStop