Non finisce qui, non è ancora finita!

Torino - L'ex clinica San Paolo è stata svuotata, ma "Casa Bianca" resiste.

12 / 9 / 2009

L'ex clinica San Paolo è stata svuotata; “Casa Bianca” (così i/le rifugiat* che ci abitano hanno deciso di chiamare il secondo edificio occupato a fianco dell'ex ospedale privato di corso Peschiera) ha deciso di organizzarsi per resistere e nella giornata di ieri non è stata toccata.
Nella brevità più assoluta è questa la conclusione della lunghissima giornata di ieri. Una giornata iniziata alle otto del mattino con l'inizio del presidio organizzato dal Comitato di Solidarietà, e finita alle undici di ieri sera con i sorrisi e i saluti dai balconi di quei rifugiati e quelle rifugiate che alla faccia delle dichiarazioni di guerra della Prefettura e del Comune fatte nei giorni scorsi, questa notte l'hanno passata ancora una volta sotto il tetto conquistato e difeso negli ultimi dieci mesi.

In molti tra i/le rifugiat* dell'ex clinica hanno deciso di accettare le soluzioni temporanee proposte dalle istituzioni, l'ex caserma di via Asti e il campo della Croce Rossa di Settimo Torinese. Non vogliamo ancora una volta dilungarci sulle valutazioni politiche di queste due “offerte” istituzionali, ma ci preme ancora una volta mandare un caloroso abbraccio a quanti sono partiti, e far arrivare al Comune e alla Prefettura la garanzia che continueranno ad avere il nostro fiato sul collo fino a quando le “soluzioni” per i rifugiati e le rifugiate nella città di Torino non avranno caratteristiche strutturali e reali sul piano dei diritti di cittadinanza e non invece emergenziali e temporanee.

Quello che vogliamo ribadire è che senza i quasi tre anni di lotta a Torino, le istituzioni non avrebbero fatto neppure la millesima parte del quasi nulla che hanno offerto ai rifugiati. Tre anni fa gli stessi assessori che ieri hanno portato le loro facce da culo davanti a corso Peschiera per le foto di rito, dicevano che il sistema di accoglienza cittadino era ampiamente sufficiente e non era possibile migliorarlo data la scarsità di risorse economiche; la Prefettura ha sempre preferito far finta che il problema non esistesse, tanto centinaia di rifugiati ammucchiati in fabbriconi dismessi alla periferia di Torino erano troppo invisibili per essere considerati un problema per i salotti cittadini. Poi con l'inizio dell'occupazione di via Bologna, quello che era invisibile ha preso un corpo e una voce iniziando a rivendicare diritti fondamentali come la casa, il lavoro e la residenza. Quindi l'occupazione dell'ex clinica, stabile abbandonato da dieci
anni al suo destino e di proprietà di un losco figuro della sanità privata piemontese con buone entrature nella politica torinese ha iniziato a produrre scosse sempre più profonde sullo scenario politico cittadino, scosse che hanno messo con le spalle al muro quanti volevano sottrarsi alle proprie responsabilità politiche obbligando le istituzioni a farsi carico (in maniera provvisoria e non definitiva per quanto riguarda i diritti -ne siamo ben consapevoli) di 360 persone!

Ma ancora non è finita! Le istituzioni appaiono oggi sorridenti e distese sui quotidiani, impegnate a dirsi reciprocamente quanto sono stati bravi tutti e quanto tutto è andato bene, ma le rivendicazioni politiche restano, e restano l'occupazione di via Bologna e soprattutto resta “Casa Bianca” con la sua voglia di resistere.

Alle nostre sorelle e ai nostri fratelli che ieri hanno deciso di non lasciare l'occupazione, per continuare a lottare per i diritti per tutte e tutti senza accontentarsi dell'assistenzialismo emergenziale offerto dalle istituzioni, va la nostra stima e la garanzia di continuare insieme la lotta che hanno deciso di non mollare, consapevoli che se l'occupazione resiste ancora è solo grazie alla determinazione mostrata ieri rifiutandosi di uscire! Invitiamo tutte e tutti a rimanere mobilitati per la difesa di “Casa Bianca”, e a continuare a praticare la solidarietà attiva nei confronti dei/delle rifugiat*e migranti che quotidianamente resistono al razzismo e alla violenza della politica ufficiale.

Comitato di Solidarietà con Rifugiat* e Migranti

foto dalla clinica