Occupata a oltranza la sede di Enel a Milano

23 / 5 / 2019

Prosegue da ieri pomeriggio l’occupazione della sede milanese di Enel, in via Carducci 3. A pochi giorni dal climate strike mondiale, attiviste e attivisti di centri sociali e collettivi milanesi hanno occupato ieri pomeriggio la sede del colosso energetico, prima azienda italiana per emissioni in atmosfera e quattordicesima a livello europeo.

Video da Milano in Movimento

In particolare, tra gli “eco-mostri” c’è la centrale di Torrevaldaliga Nord, a Civitavecchia, che funziona per 7500 ore l’anno, brucia 4,5 milioni di tonnellate/anno di carbone e 150.000.000 Sm3 di gas naturale, per le fasi di avviamento[1], producendo, quali scarti di processo, 450.000 t/a di ceneri, 250.000 t/a di gesso e 5.000 t/a di fanghi di trattamento[2].

Enel

Inoltre Enel, nonostante le campagne di greenwashing, produce la grande maggioranza dell’energia che vende da fonti fossili, macchiandosi così di crimini nei confronti dell’umanità e di tutte le altre specie.

Per queste ragioni gli occupanti hanno richiesto un incontro pubblico alla direzione dell’azienda, con due richieste molto chiare: annunciare la data della chiusura di tutte le centrali a gas e a carbone e annunciare la strategia aziendale per la riconversione dei dipendenti che ad oggi lavorano in settori incompatibili con la riconversione ecologica.

Enel ha rifiutato qualsiasi incontro e l’occupazione della sede va avanti a oltranza. Questa mattina attiviste e attivisti hanno anche preparato una colazione solidale, invitando tutta le persone sensibili sulle tematiche della crisi climatica a raggiungere l’occupazione.


[1] fonte Dec.Min.114 del 05.04.2013

[2] fonte Enel – Domanda di AIA – Relazione tecnica dei processi produttivi