Il teorema dell'Operazione Rewind, "operazione riavvolgere". "Un bel titolo pop per essere il parto di un dinosauro stalinista". Il sostanziale vuoto del tema di prova a carico dei 21 oggetto di custodia cautelare.

Operazione Erase

13 / 7 / 2009

"Quando a un uomo piace passare la lingua sul coltello prima o poi se la taglia": suona più o meno così un vecchio detto ucraino. Adattabile al pericolo che corre chi ha concepito l'ultima follia politico- giudiziaria messa inesecuzione lo scorso  6 luglio. Operazione Rewind. Un bel titolo pop per essere il parto di un dinosauro stalinista. Riavvolgere cosa? La storia della supplenza giudiziaria al potere politico? Quella degli anni '70, dei teoremi e dell'annientamento dei movimenti? Tornare a riprovarci col solito vecchio schema?Vediamo. Tanto per fare una cosa veramente vetero proviamo a dare un'occhiata a quel polveroso ma decisivo arnese che si chiama tema di prova. Che a carico dei 21 oggetto di ordine di cattura si può sintetizzare grossolanamente come segue.

Autorità che procede: giudice per le indagini preliminari. Tempo: il 19 maggio scorso a Torino. Luogo: Corso Marconi. Scena: la testa del corteo che si difende dalle cariche di polizia e carabinieri. Reati: violenza e lesioni. Gli atti trasmessi dal pubblico ministero: trovano il punto di massima suggestione riferendo di manifestanti disposti in "assetto sostanzialmente bellico" e di epilogo violento del corteo "preventivato". Il Gip aderisce totalmente, senza riserve. Materiale fotografico abbondante. Grande enfasi sulle tecniche di riconoscimento. Esigenze cautelari: rischio di reiterazione dei reati "tanto più in vista dell'imminente apertura dei lavori del G8" per soggetti "gravati da precedenti di polizia" (leggasi: incensurati) e "attivi nei gruppi dell'area antagonista e dell'autonomia" (!!) (pag.42-43 ordinanza). Gesti criminosi a sostegno delle medesime: tirato sasso, azionato estintore, spostato cassonetto, sostenuto striscione.Tutto qui? Tutto qui. Per sei posizioni ricorre la seguente specifica: "seppure non veniva visto in prima persona spintonare e scalciare i poliziotti, lanciare pietre o altro… affiancava i manifestanti più attivi…", ma il top è l'imputato n.5 per il quale "si deve ritenere che abbia preso parte materialmente o quantomeno moralmente agli scontri…" (pag. 23).Questo è il dato. Tema di prova a sostegno della custodia cautelare pari a zero.

E' alla luce di questa evidenza che Caselli si rimette in gioco. Meglio: rimette in gioco l'agire di una parte della magistratura da sempre impegnata a battersi contro i movimenti e chiama i suoi fedeli a raccolta. Mentre il governo si spera vacilli a causa delle scosse dalemiane ecco riutilizzati gli strumenti giudiziari che la sinistra (sinistra?) inquirente conserva sempre ben affilati: c'è una "attenta e puntuale programmazione dell'azione collettiva", c'è "il coordinamento di una regia esperta", c'è un "unitario disegno criminoso, programmato e studiato da tempo nei minimi particolari".La doppia indicazione alle toghe da combattimento è chiara: sanzionare con il carcere immediato le pratiche di conflitto, il diritto a manifestare, il diritto di resistenza sedimentato nelle strade di Genova 2001; scavare le fondamenta su cui edificare nuove inchieste per reati associativi su scala nazionale, da Chiaiano a Vicenza. Mostrando al paese chi è che si occupa concretamente, fattivamente, di tutela della sicurezza sociale. Non è solo questione di Onda o di studenti.

Questo è l'ordine di servizio per l'autunno. Questo il tessuto di riferimento per organizzare la nostra Operazione Erase. Perché c'è un vecchio detto ucraino…