Un coordinamento territoriale contro
gli ogm e per la difesa della biodiversità aveva convocato per oggi
un presidio ai campi di Vivaro (PN) coltivati con mais Mon810, una
varietà di mais geneticamente modificata dalla Monsanto.
La
partecipazione è stata numerosa: più di 200 le persone presenti,
arrivate dal Friuli Venezia Giulia e dal Veneto, agricoltori e non,
singoli o afferenti ad associazioni, realtà anarchiche, centri
sociali.
Numerosi sono stati gli interventi, centrati su una
visione generale dell'approccio all'agricoltura e alla cura della
terra e della biodiversità, e sulla necessità di resistere
all'introduzione degli ogm come possibili coesistenti con colture ogm free, biologiche e legate a natura e caratteristiche del territorio.
A pochi metri, uno dei campi seminati a OGM, delimitato da catene e segnalato da cartelli con scritto “Proprietà Privata”, con il dichiarato scopo di rendere più grave – perché pienamente consapevole – ogni infrazione.Il
presidio si è mosso verso il confine del campo, con alla testa un'associazione di
agricoltori del bellunese, per depositare zolle di terra coltivata
biologicamente ai bordi del campo.
Tuttavia, l'arroganza dei
cartelli – e della coltivazione in sé – ha ispirato immediatamente un'azione
ancora più simbolicamente radicale: spontaneamente, una frazione del
corteo ha valicato i confini del campo, eradicando i cartelli e
andando a depositare le zolle di terra entro il campo, calpestando
molte delle piante lungo il cammino.
La nostra vita, il bios, il territorio, la terra, non sono un affare privato di qualcun altro, non sono a disposizione: è partendo da questa considerazione che decine di persone
sono entrate nel campo di Vivaro, per ribadire che esistono dei confini biologici che vanno difesi e rivendicati e che non sono a disposizione di chi li oltrepassa con prepotenza e arroganza senza nemmeno chiedere permesso.
L'appuntamento
ora è a Lunedi 2 settembre, alle ore 20, presso la fattoria sociale “Tina” a
Rauscedo (PN).