#Overthefortress - polizia schierata a bloccare l'accesso al campo di Idomeni ad attivisti e aiuti umanitari

La determinazione degli attivisti riesce a far smobilitare il blocco e ad accedere al campo dove continuano le proteste dei migranti al confine greco-macedone

27 / 3 / 2016

Verso il Campo

I pullman della carovana #overthefortress si sono diretti questa mattina verso il campo di Idomeni, dove sono bloccate da oltre un mese migliaia di donne, uomini e bambini, in condizioni indegne. I volontari e attivisti stanno portando furgoni carichi di aiuti umanitari, tra cui accessori per l'igiene, vestiario e scarpe, raccolti in queste ultime settimane in previsione della partenza della carovana solidale.

Arrivati a qualche km dal campo si sono trovati la strada sbarrata da mezzi e uomini delle forze dell'ordine, in antisommossa, determinati a non fargli raggiungere il confine greco-macedone dove  gruppi di centinaia di migranti si stanno organizzando per protestare pacificamente, con cartelli e striscioni.

La polizia greca non ha intenzione di lasciare che gli attivisti accedano al campo, impedendo che beni di prima necessità siano consegnati ai rifugiati e che i volontari possano riprendere le stesse attività realizzate nella giornata di ieri: animazione per i bambini, informazione legale, supporto medico. Parte degli aiuti sono stati distribuiti sulla strada a pochi metri dalla polizia, quasi a costruire una sorta di barricata, a denunciare l'operato delle forze dell'ordine.

barricate aiuti

“C'è un altro confine che si sta dando a qualche km da quello greco-macedone che blocca i rifugiati da oltre un mese, un confine incarnato dagli scudi della polizia antisommossa che impedisce l'accesso al campo a volontari e attivisti che si trovano a Idomeni per consegnare gli aiuti umanitari raccolti in Italia” dicono gli attivisti bloccati “gli aiuti devono passare”.

Nel frattempo al blocco si sono uniti anche alcuni giovani del sindacato degli studenti di Salonicco.

Gli attivisti della carovana non hanno intenzione di smobilitare e si avvicinano con striscioni e aiuti alla polizia - determinati a poter accedere al campo.

striscioni

“Dopo ore di blocco in cui abbiamo deciso di non allontanarci o proseguire verso altri campi la polizia ha deciso di smobilitare e in questo momento stanno spostando i mezzi che sbarravano la strada” dichiarano “siamo venuti qui a portare solidarietà e denunciare le politiche europee di esclusione e chiusura. Oggi è stata un'ulteriore dimostrazione di quanto sia necessario mobilitarsi per costruire un'Europa differente, dei diritti e dell'accoglienza, sia sui confini interni che esterni del Vecchio Continente”

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Dentro il campo

Dalle prime ore della mattina gruppi di migranti si sono messi al lavoro per fabbricare striscioni e cartelli con cui muoversi pacificamente verso il confine – chiuso da oltre un mese a causa delle infami politiche europee, dall'istituzione di quote alla decisione della chiusura della Balkan Route e all'accordo siglato con la Turchia. 

idomeni cartelli

I migranti sono determinati a rimanere al confine greco-macedone e da giorni stanno rifiutando di essere trasportati presso altri campi, militarizzati, privi di servizi e “sguarniti” di volontari e ONG, per continuare a far pressione rivendicando la possibilità di attraversare. 

idomeni protesta

“Don't beat us” “Freedom of movement is anybody's rights” “No Violence, we want just to cross the border” sono gli slogan che stringono i migranti tra le mani mentre si avvicinano alla polizia in antisommossa che fa la guardia alle porte dell'Europa. 

polizia idomeni

Non hanno intenzione di scatenare una risposta violenta da parte delle forze dell'ordine - tra loro ci sono disabili, anziani e moltissimi bambini –  ma non vogliono che ciò che sta accadendo a Idomeni passi sotto silenzio.

Dopo ore di blocco gli attivisti della marcia #overthefortress, insieme ad altri volontari di associazioni collettivi e ONG, sono riusciti ad accedere al campo di Idomeni dove hanno iniziato la distribuzione degli aiuti raccolti in Italia, tra cui molte scarpe per bambini.

idomeni aid

Altri invece hanno attraversato i sentieri tra le tende per farsi raccontare le storie che hanno portato queste famiglie a rischiare la vita in un viaggio verso un'Europa che ora sbarra le porte e costruisce barriere. Così hanno incontrato una famiglia siriana fuggita da Kobane, città che abbiamo conosciuto dai racconti di chi lo scorso inverno aveva preso parte alla staffetta sul confine turco-siriano, e da quelli di Karim Franceschi - che ha preso parte alla sua riconquista.

Verso sera gli attivisti si sono allontanati dal campo, dove torneranno domani per costruire un punto di fornitura elettrica e wifi. Sempre nella giornata di domani gli attivisti si muoveranno verso Salonicco per portare sotto ai palazzi istituzionali del Governo greco la protesta contro la chiusura dei confini e contro le condizioni in cui i rifugiati sono costretti dalle politiche europee.