Nella giornata nazionale per il blocco degli sfratti e degli sgomberi, lo stop alla vendita del patrimonio pubblico e per un accesso inclusivo al diritto all'abitare, a Padova si è costruito un presidio composto dagli attivisti, dalle famiglie, dai precari e dagli occupanti di ASC, ADL e Rifondazione Comunista.
Negli interventi è stata rimarcata una netta critica al concetto di padovanità istituito dalla Giunta Bitonci, che premia la residenza continuativa e per anzianità nel Comune patavino come criterio per usufruire dei servizi sociali e delle case pubbliche. Rivendicando una moratoria sugli sfratti, il presidio si è rivolto anche alle politiche comunali di svendita del patrimonio ATER a fronte delle migliaia di richieste di alloggio popolare - 2000 persone - e dell'impoverimento generale dei redditi. Per non parlare, inoltre, della grandissima quantità di case tuttora sfitte sul territorio.
Il messaggio principale è stato chiaro: risolvere la crisi abitativa subito con provvedimenti trasparenti, tutelando i diritti di chi si difende dagli sfratti e di chi si è visto costretto ad occupare una casa, strappata così alla rendita speculativa.
La mobilitazione è solo all'inizio.