Padova - Ad un anno dai referendum

13 / 6 / 2012

Simbolicamente in Piazza dei Signori, dove un anno fa venne festeggiata la vittoria dei referendum, il Comitato Provinciale Due Sì per l'acqua bene comune, ha svolto una conferenza stampa per illustrare la situazione nazionale e locale.

A livello nazionale l'Autorità per l'Energia si appresta a varare un sistema tariffario che farà rientare quello che il referendum ha abolito: il profitto sull'acqua.

A livello locale, ancora una volta senza coinvolgere la cittadinanza, si è firmato un'esclusiva di trattativa per fondere la multiutility Agegas-aps con l'emiliana Hera.

Il Comitato ha presentato un dossier che riassume la situazione, lanciando l'appello a mobilitarsi perchè venga riconosciuto l'esito referendario.

In particolare per quanto riguarda la fusione Agegas Aps il Comitato riafferma come le proposte di creare grandi Multiutility risponda ad una logica di profitto.

"La creazione di multiutility sempre più grandi e sempre più lontane dai territori su cui agiscono non è solo, a nostro avviso, una scelta fallimentare come dimostrano i bilanci in rosso di A2A, Iren, Hera ecc., ma è soprattutto una scelta pericolosa che  estrometterebbe i Comuni dalla responsabilità sui  servizi e pregiudicherebbe la possibilità di costruire infrastrutture decentrate per un modello energetico diffuso, pulito, legato al territorio.
Nonostante i Referendum, si continua dunque a proporre come "unica possibile" sempre la stessa soluzione: vendere servizi essenziali per coprire buchi di bilancio.
Anche ACEGAS-APS, la più grande multiutility del  Nordest, oberata di debiti, con un consiglio di amministrazione con a cuore più gli stipendi dei manager e le quotazioni di borsa che non i servizi e gli utenti, che non esita a cercare di fare profitti investendo peraltro in scelte nocive come le linee dell'inceneritore, sembrava essere coinvolta in questo progetto.
Ma in questi giorni apprendiamo dalla stampa che nell’orizzonte prossimo di Acegas- aps c’è la creazione di un nuovo polo, nel quale l’emiliana HERA (il cui debito è poco sotto i due miliardi) sembra fare la parte del leone. E naturalmente, i primi ad essere contattati sono stati i sindaci Zanonato e Consolini, che grazie ai rispettivi municipi (Padova e Trieste) detengono il 64% della multiutility veneto-giuliana. Conoscendo l’orientamento politico dei nostri primi cittadini non potevamo aspettarci che vivo apprezzamento per l’operazione (ovviamente, in barba al voto dei loro concittadini!).

D’altra parte, i termini dell’offerta  lasciano già intravvederne l’esito: denaro fresco, un concambio azionario vantaggioso e un rappresentante dell’azionariato municipale nell’ineundo consiglio di amministrazione. Ancora non è chiaro, però, se Hera incorporerà Acegas o le concederà autonomia societaria (sic!).
Ebbene, il messaggio che il Comitato Prov. 2 Si per  l’acqua bene comune di Padova vuole inviare al Sindaco è chiaro: acqua, rifiuti e tutta la gestione dei servizi debbono tornare ai cittadini. L'intera città deve poter discutere e prendere decisioni sul suo futuro fuori dalle logiche di mercato. Su questo punto non intende arretrare, perché... si scrive acqua, si legge democrazia!"

giugno 2012 documento Comitato Due Sì per l'acqua bene comune Padova