Padova, attivista No Tav pestato a sangue in Questura. L'avvocata: "Fermato senza motivo come Giuseppe Uva"

11 / 3 / 2014

Pestato alla fermata del tram e tenuto per sette ore in cella di sicurezza in Questura nonostante avesse una costola rotta. E' la denuncia che vede come protagonista Zeno Rocca, studente ventiduenne residente a Padova, attivista del centro sociale padovano Pedro e coinvolto anche nelle mobilitazioni in Valsusa.

La vicenda, che sarà oggetto anche di una interrogazione parlamentare di Sinistra ecologia e libertà e sta mobilitando i movimenti del Nord Est, è cominciata verso l'una del pomeriggio di ieri, quando Rocca si è recato in Questura per un obbligo di firma, routine settimanale imposta come misura cautelare. Una volta uscito dall'edificio che si trova nel pieno centro di Padova, il ragazzo si è avviato verso la fermata del tram. Pochi minuti dopo un furgone della celere ha frenato bruscamente facendo uscire, secondo i racconti di Rocca, dagli otto ai dieci celerini che lo avrebbero minacciato afferrandolo per il bavero: "Toccaci così poi ti insacchiamo di mazzate". E poi: "Ti arrestiamo. Dacci i documenti". Zeno, racconta la sua legale Aurora D'Agostino all'HuffPost, era spaventato: "Continuava a chiedere come mai si accanissero, non stava facendo niente di male. Molto probabilmente lo avevano riconosciuto e avevano deciso di fermarsi".

Secondo il racconto del giovane, che presto potrebbe essere confermato dagli studenti in uscita a frotte dalle scuole, gli agenti in tenuta antisommossa - ieri a Padova la visita della ministra all'Istruzione Stefania Giannini - lo hanno accerchiato e colpito fortemente al torace, al collo e alla testa. "Poi mi hanno portato in Questura e lasciato per sette ore in cella di sicurezza senza la possibilità di contattare un avvocato", ha poi spiegato il ragazzo a D'Agostino non è appena è stato rilasciato, verso l'ora di cena.

In serata al Pronto soccorso è arrivato il referto: una costola rotta, distorsione della cervicale e contusioni multiple. E sui polsi i segni chiarissimi delle manette strette troppo forte. "Per ore nessuno sapeva dove fosse, era desaparecido. Con il rischio che la costola rotta potesse provocare danni molto gravi. Un episodio che purtroppo fa pensare ai tanti casi di persone fermate senza una reale ragione come Giuseppe Uva", continua D'Agostino, che presto presenterà una denuncia.

Per il momento il denunciato invece è Rocca, al quale vengono contestati i reati di minacce, lesioni, resistenza a pubblico ufficiale e rifiuto di fornire le generalità. "Un modo per coprire le pesanti responsabilità delle forze dell'ordine", commenta Beppe Caccia, consigliere comunale di Venezia da sempre vicino ai movimenti.

In queste ore il centro sociale Pedro, il luogo nel quale il ragazzo spende il suo attivismo sociale, ha promosso un presidio davanti alla Questura. "E' un episodio gravissimo che fortunatamente non ha avuto conseguenze pesanti. Non vogliamo immaginare cosa sarebbe successo se al posto di un militante politico ci fosse stato un senzatetto o un immigrato senza difese. Ecco perché torniamo a chiedere con forza il numero identificativo sui caschi dei celerini".

Nell'articolo viene anche proposto la testimonianza video di Zeno

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