Padova - Bloccato convegno sulla bioetica e contro l'aborto all'Università di Padova

27 / 2 / 2011

Studenti universitari e realtà che lottano per l'autodeteminazione e la libertà di scelta sui corpi irrompono nel convegno "Intorno alla vita che nasce" e contestano gli assessori regionali e i politici presenti .

"Si tiene oggi presso l’aula Morgagni del Policlinico universitario il convegno “Intorno alla vita che nasce”, organizzato dall’associazione anti-abortista “In punto di vita”. Una “nuova” associazione cattolica fondamentalista, di quelle che vogliono far passare come messaggi di pace, luce e amore i più miserabili, violenti e oscurantisti tentativi di plagio e negazionismo. Un’associazione nuova nella veste, ma vecchia nella sostanza: i soliti lefevriani, i soliti antiabortisti, i soliti fanatici pro-vita. Un’associazione di cui nessuno in questa città sentiva la mancanza.

Tanto meno ne sentiva la mancanza l’Università (pubblica, laica, antifascista), luogo in cui la superstizione e l’ignoranza propugnati da questi residui del  passato dovrebbero essere messe al bando una volta per tutte, e dove invece si mettono ancora a disposizione aule, patrocini e finanziamenti per convegni privi di qualunque dignità scientifica. Come quello di oggi.

Tra ginecologi anti-abortisti, giornalisti antidarwiniani, professori di serie B invitati a parlare, spicca un nome estremamente significativo: Elena Donazzan, l’Assessore alle Politiche dell’Istruzione e Formazione della Regione Veneto, ideatrice del brillante progetto politico di censura dei libri di autori non allineati nelle biblioteche del Veneto. Una fascista che partecipa alle commemorazioni della X MAS. Una che del sapere critico, dell’istruzione pubblica e della laicità ha fatto i propri obiettivi di annientamento.

Sotto l’ingannevole titolo del convegno scopriamo, parola dopo parola, qual è il suo vero scopo: dimostrare l’”intrinseca indisponibilità della vita umana, dal suo concepimento alla sua fine naturale”. Vale a dire: negare per dogma la libertà di scelta di ognuno e ognuna rispetto al proprio corpo, ai propri desideri, alla propria sessualità. Al proprio concetto di dignità.

L'indisponibilità della vita umana significa rimettere in discussione il diritto di aborto, fondamentale diritto conquistato dalle donne di disporre del proprio corpo e di poter scegliere sul proprio futuro.

Significa imporre accanimenti terapeutici impietosi, come nel caso di Eluana Englaro, alla quale con un’ipocrisia disumana il governo e i fondamentalisti che lo sostengono hanno dedicato la Giornata degli Stati Vegetativi lo scorso 9 febbraio. E come se non bastasse, hanno proposto l'autoritario progetto di legge sul biotestamento in discussione in questi giorni alle Camere.

Significa imporre una visione ideologica, monolitica, fascista e integralista di vita, che diviene così solo un concetto strumentale e un dispositivo di controllo per limitare la libertà di scelta e l’autodeterminazione di ognuno.

Perché la vita di cui si fanno paladini i pro-vita è soltanto un feticcio svuotato della concretezza dell’esperienza, del corpo, delle relazioni, dei desideri e del conflitto. La vita che vogliono imporre è la negazione di ciò che è per noi la vita vera: libertà, desiderio e autodeterminazione!"

Nessuno spazio a chi nega la nostra libertà di scelta!

La nostra vita è libertà, desiderio e autodeterminazione!

Fuxia Block – Reality Shock – Donne in movimento – Studenti e precari dell’università

PER COSTRUIRE L'8 MARZO  TROVIAMOCI GIOVEDI' 3 MARZO ALLE 19.00 presso Sherwood Vicolo Pontecorvo 1