Padova, il carcere Due Palazzi discarica sociale

Intervista a Ornella Favero, direttrice di Ristretti orizzonti

25 / 1 / 2015

La direttrice di Ristretti orizzonti, quotidiano d'informazione e cultura sul mondo del carcere (redatto dagli stessi detenuti), ci parla del Due Palazzi di Padova. L'intervista ha preso spunto da un fatto di cronaca del 22 gennaio 2015 gestito dalla stampa locale come una rivolta, ma che in realtà è stato un episodio come tanti ne succedono negli istituti di pena italiani che vivono condizioni di sovraffollamento e di abbandono.
Il fatto è avvenuto in una delle sezioni più disastrate dove i reclusi non lavorano e non fanno nessuna attività.
In un carcere, sottolinea Ornella, si vive sempre male, ma le condizioni potrebbero essere più dignitose se la situazione di sovraffollamento fosse risolta.
Il carcere è strutturato per 380 persone, ora ce ne sono 800. Una metà è impegnata in attività di diverso tipo, l'altra metà vive in uno stato vegetativo. E' una condizione di enorme disagio a cui si aggiunge, negli ultimi tempi, un altro problema di cui si parla poco.
Il 31 marzo chiuderanno definitivamente gli ultimi Ospedali Psichiatrici Giudiziari, ma le strutture che dovevano garantire le Regioni non sono ancora pronte: stanno spostando soggetti con sofferenza psichica nelle carceri comuni. 
La rissa in questione è partita da un detenuto che si era tagliato, non arrivavano i soccorsi e così la situazione è degenerata in fretta. L'autolesionismo, purtroppo, è una pratica abbastanza diffusa. E' una richiesta di attenzione di persone che si sentono abbandonate e che devono scontare anni e anni della loro vita in carcere.
Al Due Palazzi, che spesso viene definito un carcere modello (se mai un carcere può essere definito un modello) per i tanti progetti attivati non c'è personale, né risorse, né spazi. Spesso i reclusi, imbottiti di psicofarmaci, ricadono nell'uso dell'alcool che si autoproducono.
Questa situazione, racconta Ornella, è strutturale, Ristretti Orizzonti lo denuncia da sempre.
E a proposito della gestione della notizia "urlata" dalla stampa mainstream, la direttrice conclude che "le rivolte sono altra cosa, è preoccupante questo clima che si vuole creare. Certo la tensione esiste ma come in tantissimi altri luoghi di reclusione."

Ci racconti cosa è successo dentro la struttura carceraria di Padova giovedì scorso?

Da diversi anni voi lavorate per dare informazioni sul mondo del carcere con una redazione nella quale sono coinvolti anche i detenuti. Puoi parlarci di Ristretti orizzonti?

Qual'è il quadro in cui è avvenuto questo fatto?

Quindi questa è una condizione strutturale del carcere?

La gestione di questa notizia sulla stampa ha avuto toni molto pesanti. Si parlava di inferno al Due Palazzi, di "pista jihadista", di detenuti che durante la rivolta inneggiavano all'Isis ed ad Allah...