Padova - Indipendenza, autonomia e libertà conferenza stampa di Franco Rocchetta e i centri sociali del nord est

17 giugno Sherwood Festival: "Indipendenti: per essere più liberi, uguali, solidali"

17 / 6 / 2014

Davanti a Palazzo Moroni, il comune di Padova, passato nelle mani del leghista Bitonci dopo la sconfitta di Zannonato/Rossi, si è svolta la conferenza stampa organizzata dai Centri sociali del Nord est e l'indipendentista veneto Franco Rocchetta, di cui parlano i giornali locali, che riportiamo nell'articolo, con i titoli "Centri sociali, Rocchetta contro Bitonci", "siamoquelli del leone zapatista", "Rocchetta "al tavolo" dei centri sociali. Divisi ma uniti nel segno dell'autonomia",

Dopo l'introduzione di Tommaso Cacciari che ha ricordato come i centri sociali sono esperienze in cui autonomia ed indipendenza si sviluppano affiancate a libertà ed inclusione, ha preso la parola  Franco Rocchetta che ha criticato le derive centraliste e di destra della Lega, valorizzato l'esperienza dei centri sociali, affermato il valore dell'inclusione.

Di tutti questi temi si discuterà allo Sherwood Festivai il 17 giugno alle ore 21.30  in un dibattito dal titolo "Indipendenti: per essere più liberi, ugulai, solidali".

Alla conclusione Max Gallob indicando le immagini della manifestazione a Francoforte di Blockupy in cui i centri sociali, come in molte alte occasioni, hanno partecipato con la bandiera di "san Marcos", il leone con il passamontagna, ha ricordato come i centri sociali ci sono, c'erano e ci saranno anche ora con l'arrivo di Bitonci in città..

Tommaso Cacciari

Franco Rocchetta

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Max Gallob

Dal Mattino di Padova - Centri Sociali, Rocchetta contro Bitonci di Matteo Marian

 «I centri sociali sono espressione e concretizzazione di necessità oggettive. Trovo grave e poco confacente allo spirito della Repubblica Veneta l’idea del neo sindaco di chiuderli senza cercare il dialogo». Franco Rocchetta, fondatore e ideologo della Liga Veneta, alza la bandiera dell’indipendentismo contro il proposito della nuova giunta di chiudere il Pedro. Ieri pomeriggio l’ex sottosegretario agli Esteri era davanti a palazzo Moroni con Tommaso Cacciari, Max Gallob, Vilma Mazza e altri ragazzi del Pedro. U

Una presenza che non deve stupire: nel 1999 Rocchetta (che nella sua lunga militanza politica è stato iscritto anche al Pri Veneto, al Pci e a Lotta Conitinua) ha partecipato alla missione «di pace e dialogo» a Belgrado e nel sud della Serbia organizzata da Beppe Caccia, Luca Casarini, don Vitaliano Della Sala e Gianfranco Bettin. Certo, solo un paio di mesi fa a difesa di Rocchetta e degli altri secessionisti veneti arrestati il 2 aprile con l’accusa di terrorismo e poi scarcerati, si era mobilitata l’intera Lega con il segretario Salvini in prima linea. Ma per il fondatore della Liga Veneta quella del Carroccio è una parentesi chiusa.

«Un forza di liberazione non può diventare centralista». Ed è così che dietro il gonfalone della Serenissima, ma dove il leone di San Marco ha un passamontagna calato sul muso di zapatista memoria, Rocchetta ha definito l’esperienza dei centri sociali «perfettamente in linea con la storia veneta» bollando come «grave» il proposito espresso da Bitonci. «Non capisco le ragioni del nuovo sindaco».

Anche Cacciari e Gallob hanno fatto riferimento alla storia. Anche se più recente. «Se ci vogliono fare la guerra noi siamo qui» ha detto Gallob. «Bitonci sappia che noi c’eravamo (ha detto il portavoce del Pedro indicando una foto che ritrae la delegazione veneta che nel maggio del 2012 ha partecipato a occupy Francoforte, manifestazione contro l’Europa della finanza), ci siamo e ci saremo. Noi siamo per l’autonomia, l’indipendenza e la libertà. Queste elezioni non le ha vinte la Lega, ma le ha perse una sinistra arrogante e impositiva. Noi, invece, siamo sempre in basso a sinistra. Lo diciamo a Bitonci ma anche a Rossi o a chi verrà dopo di lui».

E proprio a riguardo dell’ex sindaco reggente, Rocchetta ha rivelato: «Verso la fine del 2013 avevo raccomandato a Rossi, che stimavo e stimo, di valorizzare l’appuntamento del capodanno veneto tra fine febbraio e inizio marzo. Ha preferito seguire cose più importanti e alla fine ha perso il contatto con la città». Anche sul tema dell’immigrazione Rocchetta segna la differenza: «La federazione veneta ha una storia di accoglienza. Certo serve misura e chiarezza. Il via libera del consiglio regionale al referendum per l’indipendenza del Veneto? Tradivo, rischia di essere un doppione. Una dichiarazione d’indipendenza da sola non è sufficiente, va seguita e costruita e deve accompagnarsi alle libertà».

Dal Corriere della Sera - Rocchetta "al tavolo" dei centri sociali. Divisi ma uniti nl segno dell'autonomia di Riccardo Bastianello

Da un lato Franco Rocchetta, una vita di militanza per l'indipendenza e la secessione del Venetom per "lengua veneta": la segreteria della Liga Veneta, due legislature da parlamentare della Lega Nord, l'arresto dello scorso aprile come membro del gruppo secessionista che con l'ausilio di una ruspa trasformata in "tanko" voleva proclamare l'indipendenza del veneto.

Dall'altro il mondo dei centri sociali, fatto di battaglie per l'inclusione, l'abbattimento delle frontiere, l'antiproibizionismo, le occupazioni di case ed edifici. Nemici giurati? Tutt'altro. Al punto che proprio Rocchetta è stato invitato ad un dibattito che si terrà questa sera allo Sherwood Festival di padova dal titolo " "indipendenti: per essere più liberi, ugulai, solidali".. "certi valori di libertà, autonomia, indipendenza fanno parte della nostra storia - esordisce il leader del centro sociale Rivolta di Mestre Tommaso Cacciari - per questo occupiamo i centri sociali". Dello stesso parere anche Rocchetta che, per buona parte del tempo in rigorosa "lengua veneta", spiega la naturale convergenza dei veri indipendentisti con il mondo dei movimenti. Parla di "stato coloniale", di "scuola coloniale" e di "universirà coloniale" e di una Liga Veneta che fino al '94 (prima dell'alleanza con Berlusconi) non è certo di centro-destra. "I centri sociali sono la concretatizzazione della necessità di libertà - spiega - la magistratura veneta vedrebbe il proliferare di centri sociali come un segno di vitalità. Ignorarli o volerli cancellare, senza nemmeno provare a dialogarci, come vuole la nuova amministrazione padovana è un gravissimo errore".

Per Rocchetta si tratta di movimenti he si oppongono al "centralismo di uno Stato coloniale", "al grave sfruttamento e saccheggio subito dal Veneto". Mentre Rocchetta parla, i rappresentanti del Pedro mostrano una foto di diversi anni fa: una manifestazione a Francoforte dove sventolava una bandiera di San Marco con il leone alato che indossa un passamontagna zapatista, in una sirte di versione veneta del subcomandante "(San) Marcos" .

Eppure questa strana alleanza, ai più suona male. "Non c'è nessuna opposizione - continua Rocchetta - il Veneto è terra di grande accoglienza, basta pensare a Copernico, Galileo, agli ebrei cacciati dalla Spagna. Parlare di indipendenza non vuol dire alzare confini qui c'è sempre stato spazio per persone e cervelli diversi". "La repubblica veneta esiste e vive da migliaia di anni - conclude . purtroppo negli ultimi anni è stata soggetto di sfruttamento coloniale e saccheggiata.

Se la Regione Veneto tardivamente vota un referendum si tratterà in parte di una ripetizione del voto dello scorso inverno, in parte di una ripetizione del voto dello scorso inverno, in parte di una nuova occasione. Un'indipendenza equlirata ed equa va guadagnata giorno per giorno, senza colpi di mano. Basta guardarea cosa è stato il fenomeno rivoluzionario del referendum dello scorso inverno: è evidente che ci sarebbe stato un periodo di transizione, i risultati non arrivano da un giorno all'altro".

Dal Gazzettino - Siamo quelli del "leone zapatista" di Massimo Zilio

Centri sociali e indipendentistiassieme davanti al Municipio

Il leone di san Marco con il passamontagna zapatista è il simbolo di una "strana2 alleanza quella tra i centri sociali del nordest e indipendentisti veneti.

Oggi alle 21.30 nello spazio dibattiti dello Sherwood Festival Franco Rocchetta (l'idelogo arrestato e poi rimesso in libertànell'ambito dell'inchiesta sui secessionisti della Procura di Brescia) sarà ospite dell'incontro "Indipendenti: per essere più liberi, ugulai, solidali".e discuterà con Tommaso cacciati (esponente dei centri sociali veneziani) e beppe Caccia (consigliere verde della giunta Orsoni) sul tema della lotta per l'indipendenza.

"Fin dal 1997 (anno dell'assalto al campanile dei San Marco da parte del "Serenissimi2, ndr) ho paragonato quell'esperienza a quella zapatista - ha detto ieri Rocchetta presentando l'incontro di fronte a Palazzo moroni. Le nostre radici sono simili, tanti i punti di convergenza. La storia quarantennale della Liga Veneta è una storia di dissidenti e fino ai primi anni Novanta non ci sono stati legami con la destra reazionaria. Io ho lasciato la Lega da presidente, nel luglio 1994, proprio perchè avevo previsto quelle degenerazioni che poi si sono verificate".

Rocchetta vede nella Repubblica Veneta una realtà che avrebbe abbracciato molti temi portati avanti dagli attivisti dei centri sociali, compreso quello dell'immigrazione: " Una magistratura veneta della Repubblica avrebbe salutato con piacere la nascita dei centri sociali come espressione di necessità oggettive. Dialogare con loro può essere fecondo, mentre ignorarli è grave. La Repubblica Veneta è sempre stata accogliente verso persone che arrivavano da fuori, come gli ebrei, che qui vivevano sicuramente meglio che in altre parti d'Europa".

Con Caccia e Rocchetta della questione discuterà anche tommaso cacciari dei centri sociali veneziani: "Libertà, autonomia e indipendenza fanno parte del nostro dna - sottolinea - I centri sociali occupati sono espressione di questa necessità. Autonomia e indipendenza sono concetti che rompono quello di confine, spazzando via la deriva etnica della cittadinanza in un'ottica di inclusione".

Il "leone zapatista" non è un simbolo nato per l'occasione: "Abbiamo portato in Europa questo vessillo come centri sociali - spiega Max Gallob, delcentro Sociale Pedro, mostrando una foto della manifestazione continentale del maggio 2012 a Francoforte-. Questo è un modo di far sapere alla nuova giunta che ci siamo stati, ci siamo e ci saremo ancora. Queste elezioni non le ha vinte la Lega, le ha perse una concezione della sinistra imposta dall'alto. Noi continueremo a stare in basso e a sinistra".