Cronaca della conferenza stampa attiva

Padova - Mobilitazione contro le ipocrisie per il ritiro delle truppe dall'Afghanistan

19 / 9 / 2009

Questa mattina si è svolta a Padova una conferenza stampa in collegamento con la Campagna Americana"Rethink Afghanistan - Otto anni dopo: Settimana Nazionale di Azione dei Media contro la Guerra in Afghanistan" e all'interno della crescita in Italia e nel mondo del rifiuto dell'occupazione militare.

Abbiamo scelto di farla davanti al Monumento Libeskind dedicato ai morti dell'11 settembre per riaffermare che otto anni di occupazione militare non hanno fatto che seminare morte e distruzione.

Non c'è più spazio per le menzogne di chi cerca di sostenere che la guerra (non certo l'operazione di pace che hanno cercato di spacciare) porta democrazia e giustizia in un paese che giorno dopo giorno va verso la barbarie.

Milioni di euro e dollari, vengono spesi in una operazione di morte.

Soldi che invece potrebbero essere utilizzati per scuole, università, servizi sociali e solidarietà.

L'iniziativa si è successivamente spostata in piazza delle Erbe dove d'innanzi alla presenza di un banchetto della Lega Nord non si poteva rimanere in silenzio.

Smontare materialmente e politicamente l'ipocrisia della Lega è un contributo reale alla battaglia per il ritiro delle truppe.

Bossi parla di ritiro perchè sa che giustamente sempre più italiani si domandano che senso ha restare in Afghanistan. Ma la Lega nell'affermare questo, per motivi di consenso, cerca di instillare sempre il suo morbo razzista: “Andiamo via dall'Afghanistan e chiudiamo le nostre frontiere al pericolo umano dell'altro”.

Noi diciamo basta a questa ipocrisia razzista!

Essere per il ritiro delle truppe e contro la guerra significa essere contro ogni morte che nasce dall'occupazione militare.

Essere per il ritiro per noi è anche porre fine al tragico destino dei giovani Afghani che muoiono nel Porto di Venezia tentando di entrare in Italia per sfuggire alla guerra.

Essere per il ritiro significa bloccare la costruzione di nuove basi di morte come quella di Vicenza e su questo la Lega mostra tutta la sua ambiguità.

I vertici leghisti si lavano la bocca con parole quali “federalismo” e frasi come “paroni a casa nostra” e poi, comodamente accomodato su foderate poltrone romane, accettano la costruzione della base di guerra Dal Molin di Vicenza contro il volere dei cittadini vicentini.

Ripensare Afghanistan per noi è tutto questo.

Agire per il ritiro delle truppe ora e subito contro ogni ipocrisia e menzogna.

Associazione Ya Basta – Centro Sociale Pedro