Questa mattina, a Padova, è successa una cosa al limite del ridicolo: Meko, artista rap padovano, è stato convocato dalla digos in questura dopo che, due giorni fa, ha pubblicato un suo nuovo pezzo in cui attacca la gestione dell'”affaire writers” da parte dell'assessore Colasio e del nuovo sindaco Ivo Rossi.
Il brano, provocatoriamente intitolato “Ivo Rossi”, racconta di una città viva, espressiva e pensante che Sindaco ed istituzioni vogliono zittire, tacere, ammaestrare tramite pesanti accuse nei confronti del mondo di quell'arte alternativa che ancora si ostinano a non voler riconoscere, l'hiphop.
Riteniamo quanto successo oggi inaccettabile, ma quasi prevedibile se lo inseriamo nel contesto di una città dove da ormai troppi anni i provvedimenti e le ordinanze proibizioniste che escono da palazzo Moroni si sostituiscono a qualsiasi genere di politiche sociali e di rapporto con la città stessa.
Il degno erede del sindaco sceriffo e i suoi fedeli scagnozzi di piazzetta Palatucci hanno dimostrato per l'ennesima volta quale sia la rotta che vogliono mantenere.
Noi navighiamo in direzione ostinata e contraria, stiamo dalla parte di chi si ribella, dalla parte di chi non accetta di vivere una vita morta, priva di passioni, sogni e grigia come il cemento dei muri che vorrebbero costruirci attorno.
Noi stiamo dalla parte della libertà: quella d'espressione, quella di parola, quella di movimento,. Insomma dalla parte della libertà e basta!
Per tutti questi motivi oltre a condannare quanto avvenuto, cogliamo l'occasione per invitare Meko ad esibirsi sabato sera, 18 maggio, al cso Pedro insieme a tutti quei giovani e non, che vogliono costruire insieme una Padova diversa da quella dei soliti vecchi “ignoranti” burocrati che vivono chiusi nei loro palazzi senza conoscere la realtà che li circonda.
E permetteteci una battuta:
Se non fossimo a Padova e fossimo a Modena qualche anno fa, Vasco Rossi sarebbe stato convocato dalla digos in questura per le parole di questa canzone?
..Sorridete, gli spari sopra, solo per voi!