Fonte: Il Gazzettino 23.12.2010

Padova - Pacco bomba? No, solo un "regalo"

Omaggi-protesta degli studenti in tutta la città. Ma è allarme all’Antonveneta: uffici evacuati.

23 / 12 / 2010

Le "prove di forza" le hanno già date: il blocco della stazione ferroviaria il 30 novembre, e soprattutto la massiccia partecipazione al corteo romano del 14 dicembre. Ieri quindi gli studenti e i dottorandi hanno scelto la creatività, anche se qualche inatteso, e involontario, fuoriprogramma sono comunque riusciti a provocarlo. 

E così, mentre alcuni dottorandi hanno deciso di lanciare il loro appello al presidente Napolitano "perché non firmi una riforma che sancirebbe la fine dell'università pubblica e della ricerca", dalla balconata dell'Università popolare di corso Garibaldi, un centinaio di studenti ha optato per un corteo, a tappe, lungo le vie del centro. 

Davanti al Bo, alla prefettura, all'Esu e sulla scalinata del municipio, gli universitari hanno lasciato un "pacco dono" vuoto, confezionato con carta e fiocco natalizio, a simboleggiare l'assenza del loro futuro se dovesse essere approvata la riforma Gelmini. 

Regalo lasciato anche davanti alla filiale dell'Antonveneta di via VIII Febbraio, che però gli addetti alla sicurezza evidentemente non hanno né apprezzato né capito. Temendo infatti la presenza di un ordigno esplosivo, hanno immediatamente fatto scattare l'allarme, chiamato i carabinieri ed evacuato la sede dell'istituto di credito. 

Per almeno una decina di minuti quindi dipendenti, e clienti che si trovavano all'interno, sono rimasti sotto al portico di palazzo Moroni. Una volta verificato come il pacco fosse effettivamente vuoto, tutti sono rientrati nella banca, che per precauzione ha però blindato l'ingresso centrale. 

«Quanto accaduto è oltremodo sintomatico del clima in cui stiamo vivendo e in cui la riforma del sistema universitario viene discussa», ha detto Sebastian Kohlscheen, studente alla Facoltà di Lettere e filosofia, e uno dei principali esponenti del movimento studentesco. «I finti pacchi di Natale vuoti - ha terminato lo studente - sono il simbolo di un futuro che non abbiamo e allo stesso tempo la richiesta di un nuovo stato sociale (all'Esu), di una nuova politica (al Comune), di un nuovo governo (alla prefettura) e della restituzione del credito (alle banche)». Intanto circa 250 studenti e ricercatori hanno firmato e inviato al rettore una lettera-petizione chiedendo al nostro ateneo di uscire dalla Crui (la Conferenza dei rettori delle università italiane) dopo che il suo presidente aveva espresso soddisfazione per l'approvazione del ddl-Gelmini alla Camera.