Martedì presso il Centro Papa Luciani si è svolto l'incontro "I giorni della Scienza" indirizzata agli studenti delle classi quinte, proposta dalla Fondazione Umberto Veronesi.
Guarda caso i tre relatori presenti (Giorgio Turchetti, Anna De Lillo, Marco Ricotti) sono tutti convinti sostenitori del nucleare.
Appena appresa la notizia il Comitato Sì per fermare il nucleare sia padovano sia regionale si è attivato per denunciare questa operazione di propaganda filonucleare nel mondo scolastico.
Fin dalla mattina gli attivisti delle varie associazioni che aderiscono al Comitato si sono presentati davanti al luogo dell'incontro con volantini e bandiere.
Contro l'iniziativa hanno preso posizione il Comitato Genitori e Insegnanti, il Coordinamento Studenti Medi di Padova ed è stato distribuita una presa di posizione dei Medici per l'ambiente.
Un commento di Carlo Salmaso e Roberto Marinello
Alla conclusione dell'iniziativa un commento di Andrea Ragona
* COMUNICATO DEL Comitato Genitori ed Insegnanti per la Scuola Pubblica di Padova
Una
scarna circolare veicolata ai docenti delle classi quinte di alcune
scuole superiori della provincia di Venezia, invita a partecipare ad una
comunicazione riguardante una lezione dal titolo "I giorni della
Scienza" indirizzata agli studenti delle classi quinte, proposta dalla
Fondazione Umberto Veronesi. La lezione si terrà a Padova il 10 maggio 2011 dalle ore 9.30 alle ore 12.30 presso il Centro Congressi "A. Luciani" a Padova.
Messa
così la cosa sembra di normale amministrazione, una delle diverse
opportunità offerte alle scuole italiane di ampliare le conoscenze dei
propri alunni mediante un confronto con accademici del mondo
scientifico.
Però, peròŠ
Incuriositi dal fatto
che sia proposta dalla Fondazione Veronesi in collaborazione con il
Ministero dell'Istruzione, decidiamo di andare più a fondo e scopriamo
che:
• la conferenza fa parte di un ciclo di 8
attività simili che la fondazione propone in giro per l'Italia,
suddivise in due macro argomenti: 1) Genetica e DNA; 2) Le Energie del
Terzo Millennio; quella di Padova fa parte del secondo gruppo e ha come
sottotitolo "La nuova rivoluzione industriale";
• i tre relatori
che saranno presenti (Giorgio Turchetti, Anna De Lillo, Marco Ricotti)
sono tutti convinti sostenitori del nucleare;
• un'esperienza analoga, proposta a Roma in data 15 aprile,
ha suscitato la perplessità dei presenti (docenti e studenti) per la
faziosità delle posizioni (a tal proposito potete leggere il resoconto
della mattinata nel seguente articolo: Come ti educo al nucleare di
Christian Raimo, il Manifesto).
Come genitori ed insegnanti
riteniamo inammissibile un'operazione di questo tipo che veicola
informazioni decisamente a senso unico su di un argomento
particolarmente sensibile come quello dell'energia nucleare; la cosa è
doppiamente sconcertante perché sostenuta dal Ministero dell'Istruzione e
rivolta ad una platea di studenti maggiorenni (cioè in età da voto) in
un momento in cui la veicolazione delle informazioni relative ai
prossimi referendum del 12 giugno
viene platealmente ostacolata dai rappresentanti dell'attuale
maggioranza politica, nella speranza che il quorum necessario alla loro
validità non venga raggiunto.
Chiediamo con forza che i
genitori e gli insegnanti facciano il possibile per boicottare questa
iniziativa; noi, dal canto nostro, saremo presenti la mattina del 10 maggio
insieme a rappresentanti del movimento referendario per volantinare il
nostro dissenso e per cercare di ripristinare un minimo di informazione
nei confronti dei partecipanti.
Facciamo appello a
tutte/tutti per trovarci all'ingresso del Centro Congressi "A. Luciani",
in via Forcellini 170/a - Padova alle ore 9.00.
* COMUNICATO del Coordinamento Studenti Medi Padova
Nucleare? No Grazie!
SUL NUCLEARE VOGLIAMO TRASPARENZA
Il ministero dell'istruzione, insieme alla fondazione Umberto Veronesi, ha organizzato e finanziato una serie di conferenze, “i giorni della scienza”, cui sono stati invitate diverse classi quinte delle scuole di Padova e Venezia.
Questa iniziativa risulta però l'ennesimo attacco alla libertà ed all'indipendenza del pensiero degli studenti.
I tre relatori, infatti, sono tutte personalità pro-nucleare, ed hanno scelto come interlocutori proprio quegli studenti che il 12 giugno saranno chiamati ad esprimere la propria opinione.
Riteniamo
inaccettabile che sia proprio il Ministero dell'Istruzione, contro cui
abbiamo lottato a lungo in nome di una scuole e di un'istruzione degna e
libera, a finanziare e pubblicizzare quest'iniziativa, senza garantire
alcuna voce contraria al Nucleare in Italia.
Noi studenti vogliamo che in questo mese le scuole siano attraversate da un dibattito vero e plurale su argomenti importanti come il nucleare.
Ci impegniamo in prima persona per costruire un'informazione vera in vista dell'importante appuntamento dei referendum del 12 e 13 giugno,
perchè l'acqua resti un bene comune, perchè le mostruosità del nucleare non esistano, né in Italia né altrove.
COORDINAMENTOSTUDENTIMEDI
* CONTRIBUTO DEI Medici per l'ambiente
I MEDICI PER L'AMBIENTE ISDE hanno scritto questo piccolo documento sui danni alla salute che una centrale nucleare può dare anche durante il "normale" funzionamento, è interessante e mi sembra un motivo in più, se ce ne fosse bisogno, per il sostegno la referendum.
La strada del nucleare è sbagliata e di retroguardia soprattutto per i
pesanti effetti sanitari che provoca. Si tratta di un’attività ad
altissimo rischio: se qualcosa non va per il verso giusto è la
catastrofe. Ma al di là dell’incidente, il negazionismo dei sostenitori
del nucleare circa la fuoriuscita di una certa quantità di radioattività
dagli impianti è contraddetta dagli studi che evidenziano un aumento di
gravi patologie (tumori e leucemie) tra gli abitanti nelle vicinanze
degli impianti.
I camini emettono correntemente trizio e C14. Dalla valutazione di molti
studi condotti in diverse parti del mondo vicino alle centrali si
evidenzia la presenza di queste sostanze radioattive che inevitabilmente
finiscono poi nell’acqua, nel suolo e successivamente nella catena
alimentare. Una volta ingerite o inalate rimangono per tempi lunghi
nell’organismo esercitando il loro potere patogeno. Da uno studio
apparso su Environmental Health si evidenziano come contaminanti esterni
delle centrali anche Cesio, stronzio, iodio 131, cobalto, radio e gas
nobili come kripton, argon, Xeno. Ogni medico ricorda dalle nozioni di
radiologia e ancor meglio da quelle di radiobiologia che le radiazioni
sono per definizione teratogene, mutagene e cancerogene.
La stessa nozione di dose limite di radiazioni intesa come soglia sotto
la quale non vi sarebbero rischi è assolutamente priva di scientificità,
rappresentando invece una condizione di compromesso tra necessità
economiche e possibile danno biologico. E’ proprio questo il motivo
conduttore che ha sempre caratterizzato la tendenza a minimizzare gli
effetti delle radiazioni. Sul nucleare vi sono interessi economici e
strategici talmente importanti e forti da ridurre la salute, che pure
dovrebbe essere il bene più alto, a fattore secondario. Si spiegano così
anche alcune valutazioni molto “prudenti” di alcuni studi
epidemiologici compiuti nei territori sede di centrali nucleari, pur in
presenza di numeri, percentuali, indici di rischio relativo
assolutamente significativi.
Ian Fairlie in un recente numero di New Scientist del 2008 pone la drammatica domanda: vivere vicino ad una centrale nucleare può aumentare il rischio di leucemia per i bambini? Nuovi studi epidemiologici mostrano un aumento dell’incidenza di leucemia per i bambini di meno di 9 anni che vivono in prossimità di centrali nucleari (con incidenza di morte per la malattia direttamente proporzionale alla distanza dalla centrale).
Uno studio tedesco ha
riscontrato un aumento dei casi di leucemia del 220% e del 160% di
tumori embriogenetici in bimbi che vivevano entro 5 km dalla centrale di
Krummel vicino ad Amburgo (Environmental Health Perspectives, vol. 115,
p. 941). Joseph Mangano, tossicologo e Direttore del Radiation and
Public Health Project e Janette Sherman, medico dell’Istituto Ambientale
presso la Western Michigan University, hanno analizzato i morti per
leucemia in età tra zero e 19 anni in 67 contee degli Usa vicino a
centrali nucleari a partire dal 1957 fino al 1981 utilizzando i dati dei
Cdc (centri di controllo delle malattie e prevenzione) valutando la
variazione della mortalità ottenendo un aumento del 13,9% nei pressi
delle centrali nucleari dal 1957 al 1970 (impianti più vecchi); un
aumento del 9,4% nei pressi delle centrali nucleari dal 1971 al 1981
(impianti più recenti) e una diminuzione del 5,5% negli anni dal 1957 al
1981 (presso impianti chiusi).
Anche lo studio tedesco presso Krummel (particolarmente significativo
per la consistenza del campione) come molti altri evidenziano una
maggiore incidenza della leucemia e dei tumori nelle vicinanze dagli
impianti; allontanandosi il numero diminuisce proporzionalmente. Questa è
la migliore risposta per quei cittadini che dicono: “Siamo contornati
dalle centrali dei paesi vicini, tanto vale averle in casa!”. Come
abbiamo potuto vedere non è affatto così.
Roberto Marinello - Associazione Medici per l’Ambiente - ISDE sezione di Padova