In cento sotto la Prefettura di Padova per protestare contro l’operazione
Brak gestita e sostenuta dal Governo italiano come una vittoria
diplomatica.
Sono i rifugiati somali ospitati dall’associazione Razzismo Stop nella
palazzina di vai Gradenigo ad aprire la mobilitazione con la
testimonianza delle violenze e degli abusi inflitti a loro stessi dalle
autorità libiche.
Poi è andata in scena una rappresentazione teatrale che ha proposto la
lettura di racconti e “pezzi” scelti sul tema.
Su tutti, “il significato delle parole”....
Respingere, dice il nostro vocabolario, significa allontanare con
violenza ed il soggetto protagonista di questa azione, si chiama con il
suo nome: respingitore, colui che allontana con
violenza...
Durante le letture una delegazione di partecipanti ha
incontrato il Prefetto di Padova perchè si facesse carico di comunicare
al Ministero dell’Interno, l’avversione di molti cittadini contro
l’operazione “lavori forzati” che è stata proposta come soluzione in
Libia, ma anche più in generale contro la politica dei respingimenti e
contro la violenza che il governo italiano ha scelto di appaltare alla
dittatura libica.
Proprio mentre Frattini e Maroni annunciavano il successo
dell’intervento italiano in Libia, contemporaneamente il Governo
presentava il decreto per la proroga del finanziamento dell’accordo di
cooperazione con la Libia. Oltre due milioni di euro per sostenere le
operazioni disumane contro i migranti.
A Padova, come nelle altre città, la consapevolezza che
le giornate di mobilitazione dell’8 e 9 luglio sono state fondamentali
perchè il disprezzo della vita umana, la violenza sui corpi di donne
uomini e bambini di cui il nostro governo è complice, non diventino
normalità.
Continuare ad indignarci per tutta questa violenza è la misura del
cambiamento possibile.