Padova - Respingiamo questa riforma, non i migranti!

14 / 10 / 2010

Non è bastato il rinvio a metà novembre della discussione del ddl Gelmini per placare le proteste nel mondo dell’Università.

Per quanto l'ennesimo slittamento della riforma  rappresenti una parziale vittoria delle  lotte universitarie che con tenacia si protraggono da più di due anni,  il “corpo vivo” dell’università è intenzionato a non mollare finchè il ddl non verrà ritirato.

Lo dimostrano le centinaia di persone che questa mattina, dietro lo striscione Respingiamo questa riforma, hanno invaso le strade del centro di Padova, dopo una partecipata assemblea nel cortile antico del Bò, in contemporanea con le proteste che hanno preso piede a Roma, Milano, Bologna, Palermo, Pisa e in molte altre città.

Qualche momento di tensione è nato quando il corteo spontaneo è arrivato in prossimità della Prefettura dove, protetto da centinaia di poliziotti in assetto anti sommossa, era arroccato il ministro degli interni Maroni. A quel punto un coro unanime si è alzato dal corteo e ha espresso tutta la sua rabbia e indignazione per quella indesiderata presenza: Respingiamo questa riforma, non i migranti hanno urlato i manifestanti, lanciando verso la polizia dei canotti gonfiabili indirizzati al ministro, chiaro segnale che gli unici respingimenti possibili sono quelli da effettuare verso questo governo, le sue riforme e le sue politiche razziste.

La calda mattinata si è conclusa con un arrivederci a sabato 16 e domenica 17 ottobre, due giornate che segnano un punto di partenza per un percorso che vede per la prima volta dopo tanti anni lavoratori, studenti, ricercatori, migranti e tanti altri soggetti uniti contro la precarietà diffusa e contro il tentativo dei governi di far pagare la loro crisi ai più deboli.

Infine sono stati lanciati alcuni appuntamenti per la prossima settimana, in particolare per la giornata di mercoledì 20 ottobre in cui nelle facoltà di Lettere, Psicologia e Scienze politiche si terranno assemblee di facoltà (intorno alle 14:30), che confluiranno probabilmente nel cortile del Bò.

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