Io sono mia - oltre l'8 marzo e le sue ricorrenze...

Parma - La violenza non ha nulla di amichevole!

Appuntamento in Piazza Garibaldi mercoledi 9 marzo alle 18.30.

7 / 3 / 2011

Il 9 marzo saremo di nuovo in piazza spinte dall’esigenza di ritrovarci in seguito all'ennesimo caso di violenza da parte delle forze dell'ordine sulle donne. Come abbiamo letto sulle notizie di cronaca nazionale, il 4 marzo a Roma una donna è stata stuprata in caserma da tre carabinieri e un vigile urbano. Sembra paradossale che proprio coloro che dovrebbero tutelare la nostra sicurezza siano molto spesso i primi a comprometterla quando si spengono le luci all'interno di celle, nelle caserme o nei CIE, impavidi perché consapevoli del ruolo che ricoprono.

Questo non è l'unico caso, purtroppo, ma solo l'ultimo di una lunga serie di cui ricordiamo anche il caso di Joy, la ragazza nigeriana violentata nel CIE in cui era detenuta. Troviamo intollerabile che tutto questo avvenga e soprattutto che questi Uomini che dovrebbero essere i garanti dell'ordine e della sicurezza pubblica rimangano impuniti e quindi si sentano autorizzati a violare ancora il nostro corpo. Siamo indignate del fatto che le donne che maggiormente subiscono violenza in queste situazioni di detenzione siano migranti come Joy, ragazze madri come la donna di Roma o comunque donne rese "deboli" in quanto ricattabili.

La violenza non ha nulla di amichevole

Sono indagati tutti per violenza sessuale, pur con ruoli diversi, i tre carabinieri della stazione Quadraro e il vigile urbano coinvolti a Roma nell'inchiesta sullo stupro avvenuto in caserma ai danni di una donna italiana di 32 anni, una ragazza madre fermata per furto.

Queste le parole di uno degli indagati:

«Il rapporto sessuale con la donna è avvenuto in una situazione totalmente amichevole. La cella era aperta e lei ci ha chiesto di poter mangiare e bere qualcosa, poi abbiamo avuto un rapporto con lei, ma la donna era consenziente. In caserma c'era un altro carabiniere che era in servizio di piantone ed era presente anche il vigile fuori servizio che era uscito con noi. Il rapporto sessuale con la donna è avvenuto in una situazione totalmente amichevole».

Una ragazza madre precaria, umiliata da un aiuto statale di 400 euro al mese, costretta a rubare in un supermercato, viene arrestata e stuprata.

Le forze dell'ordine, gli stupratori, sono in attesa di giudizio.

Dal punto di vista mediatico cosa sarebbe successo se fosse stato un migrante sprovvisto di permesso di soggiorno a commettere lo stesso reato?

Quante donne non denunciano per vergogna o perché non hanno il permesso di soggiorno?

Le migranti sono le prime vittime degli stupri e delle violenze perché non possono sporgere denuncia:quelle che lo fanno vengono rispedite nel loro paese d'origine, espulse nelle zone di guerra.

La rabbia per la vicenda di Roma ci ha fatto, appunto, rivivere la storia di Joy, la donna nigeriana di 29 anni stuprata nel 2008 all'interno del CIE in cui era detenuta.

Si può dire che se la divisa è un free-pass, pacca sulla spalla e trasferimento/sospesione, non avere il permesso di soggiorno invece è una condanna senza giudizio?

In questi giorni ci sono stati denunciati gli ennesimi episodi di violenza nei confronti del corpo femminile da parte delle forze dell'ordine.

Non è un paradosso che le autorità che dovrebbero tutelare tutti i cittadini nelle strade siano le stesse che nel chiuso delle caserme stuprano e violentano donne prese nella condizione di minoranza fisica e psicologica quale è quella di una persona in carcere?

C'è un nesso fra queste violenze e il nostro clima politico dove le donne vengono usate per il divertimento di coloro che dovrebbero garantirne i diritti?

Perchè ci sono diritti apparentemente garantiti e violatori impuniti?

E perchè questi ultimi sono proprio i rappresentanti dello Stato?

Se non c'è sicurezza in uno Stato che stupra,chi deve sorvegliare i sorveglianti?

Il 9 marzo manifesteremo la nostra indignazione per le violenze impunite, per tutte le donne che muoiono per mano maschile dentro le mura domestiche e per tutte coloro che hanno il diritto di sognare una vita migliore ma che per il solo fatto di scappare da paesi in guerra e da torture vengono rinchiuse nei Cie o respinte in quell’inferno. Per tutte loro e per noi stesse diciamo BASTA!

---

Appuntamento:

mercoledi 9 marzo in Piazza Garibaldi alle ore 18.30

Porta con te cartelli, pennarelli, rossetto e tanta rabbia da urlare contro le violenze e il sessismo!