Partiti e movimenti nella nuova fase politica

14 / 7 / 2011

Dopo la discussione Genova, dieci anni dopo" allo Sherwood Festival, Patrizia Sentinelli propone un approfondimento di discussione sui temi affrontati.

E' aperta tra le forze politiche che si oppongono a Berlusconi un gigantesco problema, quello di conquistare spazi e condizioni per il  cambiamento senza cadere nella trappola mortale costruita nell’ultima avventura del governo Prodi  che,  dopo aver fatto crescere aspettative e speranze , si è schiantato sull'altare della manovra economica e sulla stretta sociale, rompendo con i movimenti e  con  gran parte del suo stesso elettorato. Non è una discussione facile per nessuna forza del centro  sinistra,  neppure per  Sel che  è stata finora uno spazio politico  che allude al  cambiamento e che lo identifica per parte preminente nella  figura del suo leader.  Il dilatarsi dei tempi di un possibile confronto elettorale e l’inevitabile addensarsi di questioni sul  campo, dall’ acuirsi della crisi - come dice  Viale sul Manifesto all’ avvicinarsi dell’ uragano - alla sempre più  pesante condizione di vita per due intere generazioni cui si toglie futuro e desideri da  realizzare ,  fanno emergere nodi di fondo , che vanno ora  urgentemente sciolti per provare a indicare un’alternativa credibile capace di delineare percorsi e dispositivi di relazione con i nuovi e  vecchi movimenti senza soffocare il vento che ha preso soprattutto  per loro merito a spirare. Questa forza in campo l’ abbiamo vista con  i referendum, prima della consultazione con la straordinaria partecipazione diretta e consapevole nella campagna di informazione e  di propaganda e poi con il successo riportato, frutto proprio di anni  di impegno che hanno portato a costruire una salda connessione  sentimentale su un concetto che via via si è fatto strada fino a divenire nuovo paradigma per le lotte sociali, il bene comune. E' proprio questo che a mio avviso può rappresentare la chiave di volta per un reale mutamento. Il bene comune si deve sottrarre al mercato perche e'  relazione tra viventi. E' concretamente elemento fondante di una diversa economia. Disegna una comunita' interessata  non alla crescita illimitata, oggi ormai impossibile, ma al vivere sobrio e cooperativo. E richiede rispetto delle regole della  democrazia, nuove e ancora inedite forme di rappresentanza  dei soggetti in movimento. Cosa tutta diversa dalla tradizionale rappresentanza definita dai partiti in modi autoreferenziali. Al pettine viene allora la questione di come si fa ora e subito a intraprendere questa strada mentre si fanno primarie per la scelta del leader e programmi , senza opportunismi e chiusure, come si fa a  redistribuire  sovranita' nelle decisioni e a costruire contenuti  e regole condivise.

Io credo che prima di tutto bisogna assumere il fatto che un  programma per un alternativa (non di semplice alternanza) profonda non e' materia disponibile per il confronto delle sole forze  politiche. Cosa invece ahimè che già sarebbe cominciata con gli  incontri "riservati" tra esponenti di partito. Secondo occorre sul  campo delle questioni aperte - tagli, manovra, debito, diritti dei  lavoratori, Val di Susa, legge elettorale, diritti dei migranti,  legge sull’acqua,-dire da che parte si sta e favorire, laddove si  verificano differenze, la massima discussione.Ma oggi registro che non e' cosi. A partire dall’accordo sindacale   fino al referendum elettorale. Anzi proprio il referendum elettorale  è in questi giorni tema deflagrante perché fa emergere nelle forze  del centro sinistra  posizioni assai diverse proprio in merito al  nodo della rappresentanza e sul futuro della democrazia di questo  Paese e dei suoi assetti politici, senza che vi sia discussione  aperta. Con l’adesione di Sel  all’ipotesi di referendum Parisi  si  profila il rischio di  una sostanziale adesione  di quasi tutte le  forze politiche di opposizione ad una impostazione maggioritaria,  bipolare ed “ ulivista “, che configura un campo  di una coalizione  moderata che nasce intorno al tema governo chiuso nel recinto dei  partiti definiti dal maggioritario. Il richiamo al “ Mattarellum “  parla esplicitamente di una idea di formazione della rappresentanza  tutta nelle mani dei partiti che bloccano collegi e quote  proporzionali. Una idea di democrazia ingessata che accompagna  un’idea altrettanto ingessata del campo del centrosinistra,  circoscritto a PD, IdV e Sel.  Questo mentre la realtà non solo  italiana ci parla di un vento nuovo che irrompe principalmente dai  movimenti  e che si basa fondamentalmente sul bisogno di democrazia.  E ci parla, sempre la realtà, di problemi grandi della “ politica “ a  rispondere a questi bisogni e del rischio che si definisca un piano  sostanzialmente neocentrista, che come già accaduto può convivere  tranquillamente  con un assetto formalmente bipolare. E’ la  condizione che ha determinato il fallimento delle precedenti   esperienze di governo del centrosinistra e che dovremmo evitare di  ripetere. E’ bene dunque che si  discuta e che  lo si faccia in modo  aperto e con la società. Lo dico proprio perché prendo sul serio la  questione del governo e non vorrei che fosse solo materia degli  addetti ai lavori e non soprattutto degli attori sociali. Perciò  anche l’associazione di cui faccio parte Altramente è interessata   ad  animare ricerche e confronti  e  con FareMente all’Europa  partecipiamo a  Alternativa Comune.Patrizia Sentinelli