Dopo la discussione Genova, dieci anni dopo" allo Sherwood Festival, Patrizia Sentinelli propone un approfondimento di discussione sui temi affrontati.
E' aperta tra le forze politiche che si oppongono a Berlusconi un gigantesco problema, quello di conquistare spazi e condizioni per il cambiamento senza cadere nella trappola mortale costruita nell’ultima avventura del governo Prodi che, dopo aver fatto crescere aspettative e speranze , si è schiantato sull'altare della manovra economica e sulla stretta sociale, rompendo con i movimenti e con gran parte del suo stesso elettorato. Non è una discussione facile per nessuna forza del centro sinistra, neppure per Sel che è stata finora uno spazio politico che allude al cambiamento e che lo identifica per parte preminente nella figura del suo leader. Il dilatarsi dei tempi di un possibile confronto elettorale e l’inevitabile addensarsi di questioni sul campo, dall’ acuirsi della crisi - come dice Viale sul Manifesto all’ avvicinarsi dell’ uragano - alla sempre più pesante condizione di vita per due intere generazioni cui si toglie futuro e desideri da realizzare , fanno emergere nodi di fondo , che vanno ora urgentemente sciolti per provare a indicare un’alternativa credibile capace di delineare percorsi e dispositivi di relazione con i nuovi e vecchi movimenti senza soffocare il vento che ha preso soprattutto per loro merito a spirare. Questa forza in campo l’ abbiamo vista con i referendum, prima della consultazione con la straordinaria partecipazione diretta e consapevole nella campagna di informazione e di propaganda e poi con il successo riportato, frutto proprio di anni di impegno che hanno portato a costruire una salda connessione sentimentale su un concetto che via via si è fatto strada fino a divenire nuovo paradigma per le lotte sociali, il bene comune. E' proprio questo che a mio avviso può rappresentare la chiave di volta per un reale mutamento. Il bene comune si deve sottrarre al mercato perche e' relazione tra viventi. E' concretamente elemento fondante di una diversa economia. Disegna una comunita' interessata non alla crescita illimitata, oggi ormai impossibile, ma al vivere sobrio e cooperativo. E richiede rispetto delle regole della democrazia, nuove e ancora inedite forme di rappresentanza dei soggetti in movimento. Cosa tutta diversa dalla tradizionale rappresentanza definita dai partiti in modi autoreferenziali. Al pettine viene allora la questione di come si fa ora e subito a intraprendere questa strada mentre si fanno primarie per la scelta del leader e programmi , senza opportunismi e chiusure, come si fa a redistribuire sovranita' nelle decisioni e a costruire contenuti e regole condivise.
Io credo che prima di tutto bisogna assumere il fatto che un programma per un alternativa (non di semplice alternanza) profonda non e' materia disponibile per il confronto delle sole forze politiche. Cosa invece ahimè che già sarebbe cominciata con gli incontri "riservati" tra esponenti di partito. Secondo occorre sul campo delle questioni aperte - tagli, manovra, debito, diritti dei lavoratori, Val di Susa, legge elettorale, diritti dei migranti, legge sull’acqua,-dire da che parte si sta e favorire, laddove si verificano differenze, la massima discussione.Ma oggi registro che non e' cosi. A partire dall’accordo sindacale fino al referendum elettorale. Anzi proprio il referendum elettorale è in questi giorni tema deflagrante perché fa emergere nelle forze del centro sinistra posizioni assai diverse proprio in merito al nodo della rappresentanza e sul futuro della democrazia di questo Paese e dei suoi assetti politici, senza che vi sia discussione aperta. Con l’adesione di Sel all’ipotesi di referendum Parisi si profila il rischio di una sostanziale adesione di quasi tutte le forze politiche di opposizione ad una impostazione maggioritaria, bipolare ed “ ulivista “, che configura un campo di una coalizione moderata che nasce intorno al tema governo chiuso nel recinto dei partiti definiti dal maggioritario. Il richiamo al “ Mattarellum “ parla esplicitamente di una idea di formazione della rappresentanza tutta nelle mani dei partiti che bloccano collegi e quote proporzionali. Una idea di democrazia ingessata che accompagna un’idea altrettanto ingessata del campo del centrosinistra, circoscritto a PD, IdV e Sel. Questo mentre la realtà non solo italiana ci parla di un vento nuovo che irrompe principalmente dai movimenti e che si basa fondamentalmente sul bisogno di democrazia. E ci parla, sempre la realtà, di problemi grandi della “ politica “ a rispondere a questi bisogni e del rischio che si definisca un piano sostanzialmente neocentrista, che come già accaduto può convivere tranquillamente con un assetto formalmente bipolare. E’ la condizione che ha determinato il fallimento delle precedenti esperienze di governo del centrosinistra e che dovremmo evitare di ripetere. E’ bene dunque che si discuta e che lo si faccia in modo aperto e con la società. Lo dico proprio perché prendo sul serio la questione del governo e non vorrei che fosse solo materia degli addetti ai lavori e non soprattutto degli attori sociali. Perciò anche l’associazione di cui faccio parte Altramente è interessata ad animare ricerche e confronti e con FareMente all’Europa partecipiamo a Alternativa Comune.Patrizia Sentinelli