Passante di Mestre: i Comitati rovinano la festa a Zaia

2 / 4 / 2015

Casello di Martellago: un’inaugurazione con tanto di benedizione per il nuovo svincolo (oltre 70 milioni di euro), ma segnata dall’assenza del Governatore della Regione Luca Zaia, che non si è presentato pur in piena campagna elettorale, e soprattutto segnata dalla presenza determinata di quei cittadini che da anni si mobilitano per la salvaguardia del territorio e contro la speculazione.

I comitati contro le grandi opere (No Orte-Mestre, No Nav, No TAV) hanno raggiunto il casello di Martellago-Scorzè procedendo, e di fatto bloccando, per la via d’accesso prevista per gli invitati all’inaugurazione. Poi, rumorosi, hanno disturbato la cerimonia inaugurale del casello, opera complementare al Passante di Mestre, ennesima Grande Opera che sul territorio non ha portato nulla se non cemento e debito. Striscioni (“Grandi Opere, Zaia come le tre scimmie: non vedo non sento non parlo”) e bandiere contro la Orte-Mestre hanno rovinato le foto ricordo dei presenti alla kermesse.

La protesta ha coinciso, inoltre, con lo sciopero dei lavoratori della Cav Spa, società che ha in gestione il tratto autostradale. Alcuni di questi hanno riportato come di fronte all’ennesimo spreco di risorse, per l’ammontare di centinaia di milioni di euro, da parte dell’azienda ci sia la volontà di ridurre gli organici e non vi siano ancora novità in merito al contratto integrativo scaduto ormai un anno fa.

Con l’apertura dell’ultimo casello, ritenuto dannoso a livello ambientale ed economico, si può dichiarare il Passante, fiore all’occhiello della Giunta Galan, completato nella sua realizzazione ma non per questo si può definire un conto “saldato”. Costato, infatti, oltre 1,4 Miliardi di euro, risrose pubbliche messe a disposizione da ANAS e dallo Stato, ora è stato innescata una spirale perversa di debito: la società CAV spa (costituita da ANAS e Regione Veneto) dovrebbe infatti restituire in 15 anni 1 miliardo di euro ad ANAS medesima. Dato che il gettito dei pedaggi è insufficiente, la CAV si sta ulteriormente indebitando emettendo titoli obbligazionari (project bond) per 830 milioni di euro; un’operazione a tutto vantaggio dei grandi fondi di investimento privati, ma che prima o poi ricadrà sui soci pubblici della società.

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