Tra lezioni, tirocini, salti d’appello ed esami concentrati nelle sessioni invernali ed estive, non esiste possibilità per uno studente di autodeterminare le modalità ed i tempi di studio. L’università si riserva il diritto di decidere quando noi studenti siamo preparati per poter affrontare un esame, e con il salto d’appello se possiamo presentarci alla prova successiva. Inoltre se si viene bocciati per 3 volte allo stesso esame, lo si potrà ritentare solo l’anno accademico successivo!
Tutto questo è assurdo. Chi meglio di noi studenti può conoscere il tempo necessario per poter affrontare un esame, chi meglio di noi può gestire il nostro tempo?
Il salto d’appello viene applicato con la scusa di disincentivare
eventuali “furbi” impreparati a tentare l’esame, ma questa pratica rivela tutta
la miopia del mondo universitario. Non si tiene infatti conto delle condizioni
soggettive dello studente (impegni, interessi personali, lavoro, famiglia..) ma
anzi si uniformano desideri e bisogni ad un unico scopo: superare l’esame.
Per l’università, che dovrebbe essere l’istituzione dei saperi e della cultura, è limitante mettere gli
esami sempre e comunque al primo posto. I saperi e i crediti sono due cose
diverse.
Il sapere non si può misurare con i crediti.
SI, all’aumento di appelli!
NO, al salto d’appello!