Per Saviano. Storia di Yuri, che il 14 dicembre era a Roma

18 / 12 / 2010

Non si può far rispettare la legge e essere caritatevoli nello stesso tempo. La via lattea. Luis Bunuel.

Yuri è un giovane homeless, laureato, senza lavoro, che si sposta su una vecchia ma potente motocicletta. Yuri è un cavaliere solitario che sarebbe piaciuto a Bunuel e non è da escludere che la lezione del maestro spagnolo abbia permeato qualche ora della sua giornata romana. Dove le istituzioni vengono sovvertite assieme alle regole del racconto, ma il surrealismo si trasfigura in un'affascinante dinamica collettiva che suggerisce la possibilità di reinventare modi e situazioni. Yuri occupa abitazioni vuote e non possiamo non cogliere il velo di tristezza che ogni volta quel vuoto esprime, ma ogni vuoto viene colmato lavando panni sporchi, cucinando, rimettendo in funzione oggetti d'uso quotidiano. Conferendo nuovo senso allo spazio abbandonato, costringendo a una nuova attenzione gli artefici dell'assenza. Nulla viene sottratto, al contrario qualcosa viene lasciato a suggerire nuove possibilità di abitare quei luoghi vuoti e di ritrovare in questi nuove forme di riabilitazione del sé. Perché Yuri vuole costruire, non distruggere. Vuole un altro mondo possibile. E' con questo spirito che va a Roma, e fa freddo lungo la strada. Anche lì c'è un vuoto da riempire. Il vuoto che si creerebbe con la sua assenza. Perché Yuri si sente parte di una comunità.

Al posto del tripudio dell'assurdo bunueliano Yuri sviluppa la sua sovversione abbandonando la parola, privandoci della sua valenza interpretativa primaria. Una soppressione che mette in cortocircuito la nostra percezione emotiva attraverso il puro gioco delle azioni, sviluppando una sorta di obbligo della rimessa in ordine di quegli spazi vuoti che sono le nostre coscienze a fronte di gesti concreti. Fino a quando il nostro sguardo non cade su un sampietrino bianco che compare nella sua mano - in uno scenario di rivolta collettiva fatta di contesti diversamente congruenti. Scambiando codici di comportamento convenzionalmente opposti, rendendo indistinguibile il confine tra legalità e legittimità, quel pezzo di porfido ci costringe a rinunciare di fare appello alla logica delle regole per dare misura ai nostri sentimenti: rabbia, indignazione. Ribellione. Ci porta a procede per libere associazioni e ci chiede di scardinare le nostre strutture mentali, riflesso di un sistema sociale in decadimento, per aprirci a un immaginario senza vincoli di sorta. Yuri ci suggerisce - invertendo il senso della fuga, andando contro le nostre polizie - una rinascita. Ci ricorda con forza che partecipazione e complicità non sempre devono essere connotati dalla parola, ma necessitano di agire uno spazio comune, ambientato in luoghi collettivi. Luoghi di affetti, di armonie, di riscatto, di libertà. In cui l'incontro sedimenta unione, compartecipazione inattaccabile.

Il sampietrino bianco porta Yuri attraverso le strade e le piazze il più lontano possibile, in una giornata invernale soleggiata e tersa in cui mai aveva sentito cosi forte il calore della comunità. Quando ormai esausto e sanguinante torna alla ricerca della sua motocicletta viene catturato. Viene accusato. Sorridendo non si difende, non escono parole o nomi dalla sua bocca, non c'è partecipazione sensatamente possibile al gioco che vuole sempre e comunque, spesso violentemente, un colpevole. Ha praticato il terreno della Vendetta e della Punizione, ma solo in quanto strumenti ineludibili dell'edificazione del suo futuro. Ancora una volta cambiando il segno delle regole. Yuri sorride perché sa che potrà volare via oltre le pareti della cella, consolidando la forza del nostro sguardo sulle infinite possibilità che l'esercizio della libertà ci offre. 

Vivificando la speranza che sia il lavoro fatto dentro di noi, fatto assieme, fuori e contro, a restituirci il futuro che cercano di rubarci. Il credo nella libertà supera ogni ostacolo e ogni parete, penetrando il reale fino a svuotarlo per restituircelo adattato alle nostre necessità. Usando gli strumenti della condivisione e della determinazione. Strumenti quotidianamente a nostra disposizione. Certo, come il sampietrino bianco, non facili da usare: servono forza, precisione, concentrazione. Volontà. Ma è solo definendo le nostre regole del loro utilizzo che è possibile affrancare lo sguardo, solo così la libertà che tutti crediamo di possedere può non ridursi a un mero fantasma.