Verso i referendum del 12 e 13 giugno

Per un futuro energetico attivo, non radioattivo

Iniziativa a Monselice (PD) contro il nucleare e per la tutela dei beni comuni

24 / 5 / 2011

La domanda non è tanto (o non solo) quella proposta da un'associazione locale come titolo per la propria serata sul nucleare. "Quale futuro per il nucleare dopo Fukushima?" è solo una parte della "questione nucleare".

E' una parte importante che ci parla della questione sicurezza o meno di questi impianti nella patria del "cemento depotenziato" negli appalti delle grandi opere e della gestione delle scorie che questi impianti lasciano in eredità per decenni e centinaia di anni.

Partendo proprio da questa ipoteca che nessuno ha il diritto di porre sul futuro di qualsiasi territorio, si può solo concludere che il nucleare non ha futuro.

Perchè è per sua natura un'energia costosa, accentratrice, invasiva e che si impone in qualsiasi territorio arrivi, in maniera prepotente, con la presenza prepotente del "grande impianto" e senza tenere conto delle potenzialità e della "vocazione" energetica locale.

Votare si per fermare il nucleare al referendum del 12 e 13 giugno significa soprattutto esprimersi contro un concetto di programmazione energetica fortemente antidemocratica.

Il futuro energetico deve essere attivo per ciascun territorio e comunità nella conoscenza, valorizzazione e difesa dei propri beni comuni, ma non radioattivo.

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