giovedì 26 maggio ore 15 in Piazza dell'Università

Perugia - iniziativa di solidarietà nei confronti dei sei studenti padovani colpiti da misure cautelari

26 / 5 / 2011

Ieri mattina sono state notificate delle misure cautelari a 6 studenti di Padova. In particolare hanno l’obbligo di dimora e di firma, cioè subiscono delle restrizioni nella propria libertà di movimento.

Non possiamo stupirci che gli studenti ed i precari che protestano, che si ribellano, vengono puniti proprio attraverso la limitazione del diritto di movimento, di spostarsi. E’ possibile immaginare uno studente o un precario obbligato a rimanere nella propria casa? Muoversi, essere dinamici, e sfuggire al ricatto sono caratteristiche che danno forza a chi vive e lotta dentro la precarietà. Scappare da un titolare bastardo, abbandonare un tirocinio di cui non ti arrivano i soldi, sfruttare il primo bando di borse di studio per andare altrove mettono immediatamente in chiaro che muoversi significa fare delle scelte e  ad un destino di precarietà.

Allo stesso modo abbiamo sempre considerato la mobilità dei migranti che “buca” le frontiere dei vecchi stati-nazione come l’esercizio di un rapporto di forza con cui si cerca di ribaltare la propria condizione di sfruttamento, con cui giocarsi il proprio futuro.

Tutta la mobilitazione di quest’autunno nelle università e nelle scuole l’abbiamo vissuta e costruita come una grande lotta che metteva in campo tutta la voglia di studenti già precari e di precari in generale di costruirsi la propria formazione e di prendersi soldi e reddito, di potersi muovere liberi.

Così diviene importante per chi vuole bloccare la lotta all’interno di questa crisi colpire proprio nella nostra possibilità di essere nomadi, di spostare in selvaggiamente i nostri orizzonti, di riappropriarci in maniera viva del nostro presente.

Il "modello del ricatto" targato Berlusconi-Gelmini-Tremonti-Marchionne, contrastato da un movimento trasversale che ha unito operai, studenti, precari, continua a giocare con le nostre vite, imponendo misure restrittive a studenti fuori sede, a persone che non hanno la sicurezza del reddito e che hanno il bisogno o il desiderio di spostarsi e che invece si ritroveranno con ingenti spese legali da affrontare e bloccati nella loro ristretta città.

E’ all’interno di questa contesto possiamo leggere le misure cautelari che questa mattina hanno colpito gli studenti di Padova, oppure l’avviso di pericolosità sociale ricevuto da Simone a Roma, le stesse forme repressive che abbiamo visto qua in Umbria lo scorso novembre, quando sei attiviste/i sono stati raggiunti da avvisi orali in seguito alla campagna di mobilitazione contro il caro-biglietti.

Oggi pomeriggio studenti e precari a Perugia si danno appuntamento in piazza dell'Università, sotrto il Rettorato, per una conferenza stampa pubblica ed una iniziativa di solidarietà. Vogliamo che le mobilitazioni contro queste ed altre misure repressive assumano una dimensione pubblica e collettiva, coinvolgendo tutti quei soggetti che sono stati, seppur in maniera e forme diversa, parte attiva nelle mobilitazioni contro questa contro-riforma dell’Università, dagli studenti ai precari, dai professori al personale tecnico-amministrativo

La nostra risposta non può che essere la preparazione di nuove stagioni di lotta.

Liberi di muoverci, liberi di fuggire dalle nostre città per inventarci territori senza confini

Ri_BeauX-UniCommon Perugia

Csoa Ex Mattatoio

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