Pfas: «Deve pagare chi inquina, non chi lotta in difesa dell’ambiente e della vita!»

Due giornate di mobilitazione, 11 e 13 novembre, davanti al tribunale di Vicenza dalle ore 10, per la giustizia climatica e sociale, contro l’avvelenamento delle acque, l’inquinamento della terra e dell’aria, per la difesa dei beni comuni

9 / 11 / 2019

Il giorno 11 novembre si aprirà il processo a Vicenza contro la multinazionale Miteni di Trissino, responsabile dell’inquinamento da Pfas della seconda falda acquifera più importante d’Europa e di gran parte del Veneto. Il 13 novembre, due giorni dopo, presso lo stesso tribunale, si aprirà anche il processo contro 5 attivisti del movimento No Pfas per il blocco della “fabbrica di morte” avvenuto il 31 ottobre 2017. «Un blocco pacifico, ma determinato, nella forma della resistenza pacifica, come ormai succede ovunque in Europa e nel mondo da parte dei grandi movimenti per la giustizia climatica e sociale» si legge nel comunicato di lancio di una due giorni di mobilitazione, lanciata da Zero Pfas Padova e Pfas.land. «Un blocco vero, che ha impedito, almeno per un giorno, la produzione che porta allo sversamento delle micidiali sostanze nelle nostre acque, in nome della difesa della salute, dell’ambiente, della qualità della vita, i più alti valori etici che appartengono alle comunità umane».

Di seguito il resto del comunicato:

I due processi simultanei svelano un enorme paradosso: infatti, solo le lotte, le mobilitazioni, la continua opera di informazione scientifica e dettagliata, le iniziative dirette dell’intero movimento No Pfas in tutte le sue espressioni, hanno costretto la procura di Vicenza ad istituire il processo contro Miteni! Come mai, chiediamo, così tanta rapidità, efficienza, solerzia nell’istituire il processo contro gli attivisti del movimento, mentre la Miteni ha potuto inquinare impunemente per 40 anni la nostra terra e le nostre acque? Dov’erano la procura di Vicenza e tutti coloro, politici ed amministratori locali e regionali, organi di controllo che avrebbero dovuto intervenire molto tempo fa per fermare questa catastrofe di portata smisurata ed incalcolabile rispetto ai danni presenti e futuri alla salute di migliaia di cittadini? Come mai il processo alla Miteni ha avuto tanti, inconcepibili, ritardi che hanno permesso la dichiarazione di fallimento in modo da evitare i costi della bonifica? “Io non vedo, non sento, non parlo”…tutti i responsabili, politici ed istituzionali di questo biocidio sono come le famose tre scimmiette, basti pensare solo che da parte della Regione e dall’assessore Bottacin si negava fino a poco tempo fa la stessa esistenza del problema, accusando addirittura gli attivisti del movimento di “procurato allarme sociale”. Lo stesso Bottacin che nel 2014 - insieme con la Regione e la Provincia di Vicenza - aveva autorizzato la Miteni per la produzione del micidiale Genx, molecola pfas sostitutiva dei vecchi pfas a otto atomi, derivata dalla lavorazione di rifiuti tossici, provenienti dall’Olanda! Lo stesso Assessore che nel 2017 su richiesta Miteni - sempre in piena emergenza pfas - autorizzò la costruzione di un inceneritore per lo smaltimento dei suoi rifiuti!
Oggi questi signori cercano di rifarsi il look, per meri scopi elettoralistici e di consenso politico, fingendo di assumere alcune istanze del movimento, mistificando e falsificando la realtà, riempendosi di parole vuote, scaricando le responsabilità, minacciando querele a chi alza la voce, abusando dei propri uffici stampa. Nessuna azione concreta significativa, nessuna bonifica immediata, nessuna attivazione degli organismi sanitari per uno screening generalizzato in tutte le province contaminate ed un controllo capillare sugli alimenti.
La questione Pfas è come il mitico vaso di Pandora: scoperchiandolo escono mali e veleni di ogni tipo: è prevista infatti la costruzione di un nuovo mega-inceneritore a Fusina, un vero e proprio ecomostro, destinato a ricevere rifiuti di ogni tipo e da ogni dove, compresi i Pfas. Sorgerà laddove c’è la più grande centrale a carbone dell’ENI in Veneto, così l’inquinamento da combustibile fossile si coniugherà, in un mostruoso matrimonio, con l’inquinamento da Pfas! Ciò significa che le lotte dei comitati devono unirsi su obiettivi comuni, che nessun aspetto è separato dagli altri, che bisogna liberare i nostri territori dalle produzioni di morte!

Lanciamo due giornate di mobilitazione, 11 e 13 novembre, davanti al tribunale di Vicenza dalle ore 10, per la giustizia climatica e sociale, contro l’avvelenamento delle acque, l’inquinamento della terra e dell’aria, per la difesa dei beni comuni!
COMITATO ZERO PFAS PADOVA
PFAS.land