Piano casa

di Lucia Spaccaforno*

14 / 3 / 2009

Il Provvedimento del governo sull’edilizia, “piano casa”, a detta del Presidente del Consiglio, servirà all’Italia intera per fronteggiare la crisi economica: un toccasana.
Non serve molto per capire che c’è qualcosa che non va. Il nuovo piano vuole essere l’occasione per dare alloggio a chi non può permetterselo con lo stanziamento di 550 milioni di euro per 5000/6000 alloggi, fondi per l’edilizia popolare, già promossi dal governo Prodi, a luglio 2008 bloccati dal Ministro Tremonti. Ora riappaiono nei piani del governo, utilizzati dal Premier per celare un piano - casa che ad un osservatore più attento sembra andare incontro alle richieste di aiuti governativi avanzate dall’Associazione nazionale costruttori., dato che i fondi stanziati dal Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) a favore delle opere pubbliche riguardano in sostanza quelle grandi, stile Ponte sullo Stretto.

Cosa prevede il piano casa.
Aumento di cubature. Ci sarà la possibilità di un ampliamento degli edifici residenziali fino al 20% del volume e un incremento preesistenti e del 20% della superficie coperta esistente anche per gli altri tipi di edifici. L’ampliamento potrà essere fatto in deroga ai regolamenti e ai piani regolatori.
Abbattimenti. Sarà possibile, per i proprietari di edifici costruiti precedentemente il 1989, abbattere e ricostruire con un aumento della cubatura del 30% per gli edifici residenziali, per adeguarne gli standard qualitativi, architettonici, energetici, tecnologici e di sicurezza, a patto che gli immobili non siano sottoposti a vincolo di conservazione. Se si utilizzano tecniche di bioedilizia ed energie rinnovabili l’aumento della cubatura potrà arrivare al 35%. Gli edifici potranno essere ricollocati in aree diverse dello stesso lotto, purché edificabili in base al piano regolatore.
Autorizzazioni. Non sarà più necessario il “Permesso di Costruire”, un provvedimento amministrativo emesso dall'autorità comunale, che autorizza l'attività di trasformazione urbanistica ed edilizia del territorio, in conformità agli strumenti di pianificazione urbanistica. Alla richiesta del "Permesso di Costruire" deve essere allegato, come garanzia minima, un progetto (redatto da un professionista abilitato all'esercizio della professione) che descriva compiutamente e dettagliatamente le opere che si intendono eseguire e ne attesti la conformità urbanistico/edilizia e la rispondenza ai requisiti normativi tecnici (es. antisismici, acustici, di isolamento termico, ecc.).
Ora basterà una certificazione di conformità giurata da parte del progettista (magari compiacente) per avviare i lavori.
Sconti fiscali. Per chi potrà permettersi di costruire, il contributo di costruzione che viene corrisposto al comune, sarà ridotto in generale del 20% e del 60% se si tratta della prima casa del richiedente o di un suo parente entro il terzo grado.
Sanzioni. Il Presidente del Consiglio rassicura che non ci saranno abusi edilizi, e intanto con questo nuovo piano riduce le sanzioni, per i casi più “lievi” ci sarà il solo provvedimento amministrativa. È anche possibile un “ravvedimento operoso con conseguente diminuzione della pena e nei casi più lievi estinzione del reato”.

Il provvedimento dovrebbe contenere anche norme per semplificare le procedure che riguardano i permessi in materia ambientale e paesaggistica.

Ormai da anni l’urbanizzazione procede senza sosta, distruggendo terreni e beni paesaggistici. Sappiamo tutti che i protagonisti di una delle lobby più potenti della nostra penisola sono le attività edilizie dei sistemi mafiosi, basati sulle connivenze tra crimine, politica e imprenditoria del mattone. Questo piano di deregolamentazione, giunge in soccorso proprio a quest’ultima classe, in un Paese, che vive da decenni le conseguenze di un processo inarrestabile di sottrazione del territorio. Le norme proposte non presentano una qualsivoglia incidenza sull’edilizia popolare o sul problema dei senzatetto, rom e migranti.

Le nuove case (e gli ampliamenti di quelle vecchie, a maggior ragione) saranno destinate a chi se le potrà permettere. L’unica nota “positiva” è che l'urbanistica è materia di competenza legislativa regionale, il che ci potrebbe far sperare nell'apertura di un terreno di conflitto e pressione per intervenire sulla manovra quadro. Lo stesso Berlusconi ha fatto una parziale marcia indietro, smentendo l’ipotesi di un decreto e presentando le nuove norme come “legge quadro”. A parte i timori di Bossi, per cui i nuovi alloggi potrebbero essere destinati ai migranti, il che porterebbe a qualche urto con la Lega, sembra cosa fatta, in Veneto e in Sardegna.
Nell’isola, in particolare, Ugo Cappellacci, neogovernatore, si prepara a mantenere la promessa elettorale dello smantellamento del “piano paesaggistico regionale” dell’ex presidente della regione Renato Soru, ideato per porre un freno alla speculazione e all’abusivismo edilizio.
Bisogna ben riflettere: preferire l’abbattimento e la ricostruzione anziché mirare alla riqualificazione del patrimonio esistente e del territorio, affidando per qualsiasi ampliamento il totale controllo ad architetti e ingegneri, che verranno pagati dagli proprietari immobiliari gli stessi che hanno tutto l’interesse ad aumentare il valore dei loro immobili.

I comuni cittadini che non hanno interessi fondiari/immobiliari, quale parte e quale incidenza avranno rispetto alla trasformazione del territorio? Secondo un’inchiesta di Legambiente, in Italia, quasi 6 milioni di ettari di suolo agricolo sono stati edificati fra il 1982 e il 2005, mentre la superficie coltivata ha perso 3,1 milioni di ettari. Come se Sicilia e Piemonte da verdi praterie si fossero trasformati negli anni, in arido cemento.

* Campagna Tutti a Casa (Napoli)