Pisa - 16.02.13 Manifestazione contro lo sgombero dell’ex-Colorificio

Uniti per un bene comune: Usciamo dal grigiore, coloriamo la città! Concentramento ore 15 Piazza Vittorio Emanuele

6 / 2 / 2013

Il Municipio dei Beni Comuni si rivolge a tutte e tutti coloro che credono e lavorano quotidianamente perché un’altra società e un’altra città siano veramente possibili.Il nostro appello è rivolto a quanti credono nella partecipazione dal basso, nelle pratiche sociali quotidiane, contro ogni guerra globale permanente, contro il predominio del mercato, contro il razzismo, contro la precarietà del lavoro e della vita, per il rispetto dell’equità sociale, dei diritti e della salvaguardia ambientale.

Lo scorso 13 ottobre abbiamo liberato con un percorso pubblico e condiviso quello che per la città di Pisa è ormai l’ex-Colorificio Liberato, fino a ieri uno dei tanti “cadaveri” lasciati in abbandono dai proprietari con la speranza di potervi realizzare, un domani, grandi speculazioni edilizie.Di questi giorni è la notizia che la proprietà dell’area, la multinazionale J Colors, ha fatto richiesta di sequestro e di sgombero. Questo avviene, a nostro giudizio, perché l’esperienza del Municipio dei Beni Comuni, con la sua semplice esistenza all’interno dell’ex-Colorificio, mette in discussione il potere assoluto della proprietà privata e della rendita. L’abbandono di questo spazio di 14.000 mq rappresentava, in realtà, un abuso del diritto di proprietà, rispetto al quale il Municipio non ha solo svolto un’azione di denuncia, ma ha anche avuto la funzione di rigenerare un’area enorme, destinata in caso di sgombero a tornare vuota per decenni, in uno stato di degrado e abbandono. La riapertura e il riutilizzo dell’ex-Colorificio costituiscono oggi un modello a livello nazionale per una pratica di costruzione dal basso di una forma di democrazia, ma possono rappresentare anche una risposta alla crisi sociale, economica e culturale che colpisce l’Italia. La proposta di una ripresa di nuove attività produttive all’interno dell’ex-Colorificio è la scommessa che il Municipio sta cercando di portare a compimento, rimettendo al centro, con una pratica concreta, il nodo del lavoro, dei diritti e di nuove forme di economia.

La riproducibilità di quanto sta avvenendo oggi a Pisa fa paura perché, con le sue attività quotidiane e le campagne emerse durante la tre giorni di United Colors of Commons, il Municipio dei Beni Comuni pone una questione trasversale a tutti i territori italiani, proprio a partire dai grandi interessi e patrimoni del nostro paese: ripensare il futuro delle tantissime aree industriali dismesse e del loro riutilizzo, un tema con cui la politica deve confrontarsi ascoltando le esigenze dei cittadini e non sempre e soltanto gli interessi dei grandi speculatori.

Vincere la battaglia contro lo sgombero dell’ex-Colorificio Liberato significa dare una possibilità concreta ad un’altra forma di società. I termini del conflitto e della posta in gioco sono chiari: da un lato la difesa dei beni comuni, dall’altro gli interessi dei poteri forti. Occorre scegliere da che parte stare. Il silenzio dell’amministrazione comunale in tutti questi mesi è indice ancora una volta della politica che l’amministrazione Filippeschi ha condotto non solo sulla questione degli spazi sociali, ma del modello di città che intende favorire, in contrasto con le tendenze del resto d’Europa, dove esistono numerose esperienze positive di autogestione e auto-recupero di aree industriali dismesse. È tutta questione di volontà politica, di progetti su cui si vuole investire: è eloquente il fatto che in Italia molte esperienze di liberazione di spazi sociali siano sotto attacco.

Oggi il Municipio dei Beni Comuni non è solo una rete di associazioni, non è solo uno spazio sociale per decine di attività, un luogo di incontro e produzione politica e culturale per centinaia di soggetti, una pratica quotidiana di cittadinanza, ma un vero bene comune e a difesa di tutto questo scenderà in piazza questo scenderà in piazza il 16 febbraio per mandare un messaggio di speranza contro quegli ostacoli di ordine economico e sociale che limitano "di fatto" la libertà e l'eguaglianza dei cittadini.

La risposta del Municipio dei Beni Comuni a chi ci vorrebbe isolare in una logica dell’emergenza e di ordine pubblico rimane come sempre soltanto: il lavoro e le attività quotidiane, continuando sul solco individuato durante United Color of Commons. Noi vogliamo una città fatta di luoghi aperti e corpi liberi di circolare, dove si costruiscano opportunità per i lavoratori precari e per i migranti e si garantisca realmente l’accesso ai servizi, alla scuola, alla sanità, alla casa, al lavoro. Non vogliamo una città in mano agli imprenditori e ai grandi proprietari immobiliari, che rischia di vedere il suo territorio sempre più devastato.La città promossa dal Municipio dei Beni Comuni e che già trova spazio nell’ex-Colorificio Liberato si fonda sull’incontro tra le differenze, sulle risposte ai bisogni di una cittadinanza multiforme. Parla di un’altra città, più grande, che sappia imparare ad essere più generosa nelle sue strade e nelle sue piazze, nei suoi mille edifici da sottrarre alla speculazione e all’incuria, capace di aprire le scuole e le università ai quartieri, impedendo la costruzione di ghetti e l’innalzarsi di muri tra chi vi risiede, lavora e studia. Una città che sappia riconoscere un libero e autentico sviluppo culturale e fermento artistico e musicale, necessari per la crescita sociale e civile, attività che hanno bisogno di spazi per poter nascere, crescere e arricchirsi.

Il Municipio dei Beni Comuni non permetterà  che una rovina della modernità  industriale torni ad essere il grigio ammasso di ferraglia dismessa che è stato fino a ieri. I colori che hanno ripreso vita in questi tre mesi devono continuare a moltiplicarsi e mescolarsi. Per tutto questo invitiamo tutte e tutti, il 16 febbraio a scendere in piazza in difesa degli spazi di partecipazione e di socialità come beni comuni a disposizione della cittadinanza. Contro lo sgombero del Municipio dei Beni Comuni e di tutte le esperienze di liberazione di spazi sociali e di autogestione che nella nostra regione come nel resto d'Italia sono a rischio di essere cancellate.

Municipio dei Beni Comuni – Pisa

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