Pisa - DOCUMENTO DI SINTESI DELL’ASSEMBLEA CITTADINA PER LA RIAPERTURA DEL DISTRETTO 42 E DEL PARCO ANDREA GALLO

2 / 6 / 2014

Martedì 20 maggio 2014 il Municipio dei Beni Comuni ha convocato un’assemblea cittadina per discutere della riapertura del Distretto 42 in via Giordano Bruno. A seguito della partecipata discussione che si è avuta tra le parti presenti, è stato stilato quanto segue.

Preso atto che

Il 15 febbraio 2014 contestualmente alla riapertura dell’ex Caserma ‘Curtatone e Montanara’, riaperta all’uso pubblico con il nome di Distretto 42 , il Municipio dei Beni Comuni ha chiesto un’immediata interlocuzione con Comune, Agenzia del Demanio, e Ministero della Difesa, affinché ciascuno di queste contribuisse, in base alle proprio competenze, all’avvio di una trattativa per una riapertura permanente di quello spazio;

 

l’associazione Pisa Meticcia in data 17 marzo ha consegnato richiesta ufficiale di concessione dello spazio di via Giordano Bruno 42 prima all’Agenzia del Demanio, e poi il 2 maggio al sindaco di Pisa;

il Distretto 42 è stato sgomberato dalle forze di polizia in maniera coatta, durante un blitz,  il 22 aprile 2014;

vi è stato un riconoscimento da parte del Sindaco di Pisa del Municipio dei Beni Comuni quale  possibile soggetto competente per una riqualificazione temporanea dell’ex Caserma ‘Curtatone e Montanara’;

il 16 maggio il sindaco di Pisa ha inoltrato la manifestazione di interesse per il riutilizzo sociale del Distretto 42 consegnata dall'associazione “Pisa Meticcia” (vendi punto n. 2);

la petizione degli abitanti del quartiere San Martino, protocollata in data il 22 marzo - la stessa nella quale alcuni cittadini accoglievano con favore la proposta di un utilizzo sociale di quell’area -, è ancora in attesa di risposta, e così la richiesta rivolta all’Amministrazione di una discussione pubblica sul futuro dell’area di via Giordano Bruno in essa contenuta;

il Progetto caserme è solo formalmente operativo, ma ufficiosamente sepolto, senza alcun plausibile orizzonte di ripresa;

la qualità e l’intensità delle relazioni tra le associazioni è fortemente legata all’esistenza di uno spazio fisico dove condurre le proprie attività, fuori dal quale tali relazioni sono destinate a logorarsi e a scomparire;

l’amministrazione persevera in politiche urbanistiche che privilegiano pochi a detrimento di molti, favorendo la realizzazione di grandi quanto inutili e dispendiose opere pubbliche, e sopratutto private;

in città un ristretto numero di persone impone regole che i cittadini - trattati da meri consumatori - sono obbligati a seguire senza alcuna possibilità di dialogo reciproco (ne è un esempio la recente ordinanza anti-movida e la costante risposta repressiva a proposte di altro tipo), e che vi è un’evidente tentativo di egemonizzare gli spazi della cultura, dando agio solo a quei prodotti culturali che siano immediatamente commerciabili, e dai quali trarre profitto;

il Progetto Rebeldia, dopo innumerevoli promesse e trattative senza esito, è di fatto migrante dal febbraio 2011;

l’Ex Colorificio Liberato, sgomberato il 27 ottobre 2013, intorno al quale dovrebbe essere ancora aperto un tavolo di trattativa tra la proprietà, il Comune e il Municipio dei Beni Comuni, non solo è ancora in stato di abbandono ma è stato addirittura recintato dal filo spinato.

Il Municipio dei Beni Comuni si impegna a

Quantificare  il costo sociale che grava sui cittadini dovuto all'evidente inazione della politica;

Mantenere alta l'attenzione su tutta la campagna “Riutilizziamo Pisa”, che è la base della proposta politica del Municipio, dall'Ex Colorificio Liberato, alla Mattonaia, passando per il Distretto 42, e i luoghi sottratti ai servizi studenteschi come l’ex albergo Fossabanda e la dimora studentesca Paradisa, tutti spazi sui quali è necessario continuare a fare pressione, fino a che non siano riaperti e restituiti all'uso comune;

costruire e tessere relazioni, così com’è nella sua stessa vocazione originaria;

coltivare la propria indipendenza, elaborando così nuovi percorsi di resistenza quotidiana, a partire dalla creazione di concrete alternative politiche, culturali, sociali.

E per questo chiede all’amministrazione

L’immediata convocazione di un tavolo che contempli la presenza di Comune, Ministero della Difesa, Agenzia del Demanio, Associazioni afferenti al Municipio dei Beni Comuni;

l’immediata rimozione dei sigilli apposti sull’ingresso del Distretto 42 e del parco ‘Andrea Gallo’.

Un confronto pubblico con il quartiere sul futuro dell’area, e la definitiva, esplicita chiusura del Progetto Caserme.

L’operato del Municipio non si appiattirà sui tempi della burocrazia, e perseguirà il proprio fine a partire dalle esigenze reali dei cittadini e delle associazioni, senza cedere al ricatto della legalità a ogni costo.

Pisa, 20 Maggio 2014

Municipio dei Beni Comuni

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