Pisa - Lottomarzo

un 8 marzo diverso, per mettere in ballo il tuo corpo, per riempire di vitalità le piazze...

7 / 3 / 2010

La ricorrenza della “Festa della Donna”, nonostante sia stata istituita circa un secolo fa per ricordare le conquiste sociali delle donne è stata trasformata in una giornata in cui le donne ricevono mazzetti di mimosa e chili di auguri... Per cosa? non è chiaro.

Millenni di dominio maschile hanno reso il corpo della donna attaccabile e sfruttabile in tutti gli ambiti, in particolare in quello domestico.Con il passare degli anni, quella che era considerata la “condizione femminile”, caratterizzata da precarietà e ricattabilità lavorativa, retribuzione differenziata, cura del lavoro domestico, discriminazioni e violenze fisiche o psicologiche, viene però estesa a tutta una serie di individui.Soggetti non classificabili come femminili, che in realtà con le donne hanno molto in comune: omosessuali, transessuali, lavoratricitori del sesso, migranti. Insomma il cosiddetto “diverso”…ma anche tutti coloro categorizzati come normali (uomo di mezza età bianco occidentale,ecc.) si ritrovano inseriti nello stesso contesto sociale e lavorativo                                                          

Scegliere una giornata come questa acquista un significato nuovo, diverso, di apertura ma anche di rifiuto.

Di rifiuto dei decreti securitari, che attraverso l’informazione definiscono un identikit di violentatore (migrante alcolizzato o studente drogato); che attraverso le ronde propongono nuovi modelli di razzi-fascismo; che attraverso militarizzazione delle strade (e carabinieri nelle piazze), telecamere e altri dispositivi di controllo sociale (es. ordinanze comunali), regolano le nostre vite e il nostro tempo libero.   

 Di apertura delle piazze, di apertura verso nuovi modi di analizzare ciò che ci circonda, facendo del corpo lo strumento per riprendere la nostra libertà e vivere i nostri desideri.

Le luci, le moltitudini di corpi, la socialità, respingono ogni forma di violenza... ma è proprio negli angoli ancora bui che mettiamo in ballo tutta la nostra autodeterminazione, tutta la forza di cui siamo capaci. Questa è l’autodifesa. Non appoggia nessuna violenza.Risponde a chi chiede come sottrarre il corpo alla violenza.Fa evadere i nostri corpi dal controllo.Riempiremo Piazza delle Vettovaglie non solo con un corso di autodifesa ma con fotografie, musica e tanta vitalità perché crediamo che questo sia il modo migliore di garantire la sicurezza di tutt*.

La tranquillità è importante ma la libertà è tutto.

Laboratorio SuiGeneris-Tijuana Project

Programma della serata

APPROCCI DI AUTODIFESA   

con un istruttore della palestra Fight Zone                                                           
MOSTRA FOTOGRAFICA & DISEGNI  

di Chiara Angiolini, Dario Torre, Veronica Colonna, Gaia Marrapodi

MUSICA LIVE

 Dejan-OTM SOUND, TSM