Ancora una volta camionette e volanti in piazza per controllare la movida serale. Sabato sera Strett parade per riprenderci la piazza!

Pisa - Piazza dei Cavalieri è un bene comune

Sui cambiamenti urbani, le politiche di biocontrollo e la riqualificazione delle piazze tramite il comune

11 / 6 / 2011

In attesa della street parade di sabaro sera che andrà a liberare piazza dei Cavalieri- previsto per le 21.30 e con partenza da piazza Santa Caterina- dal tentativo di normazione imposto dall'amministrazione comunale, il Tijuana project dà un suo contributo di analisi sulla città di Pisa nel presente e le sue possibili trasformazioni future:

Come all`inizio di ogni estate, il sindaco Filippeschi parte all`attacco contro la socialità pisana.

La politica miope del sindaco non è certo una novità: conosciamo bene l`incapacità dell`amministrazione di comprendere la ricchezza e la complessità dei mille volti di Pisa, che va dai migranti, agli studenti, ai commercianti, a chi da sempre vive in questa città, che si incontra ogni giorno e condivide i suoi spazi in una continua osmosi. Ma quest`anno si sta andando ben oltre la ricerca strumentale di una dicotomia serrata tra studenti degradanti da un lato  e cittadini produttivi (quelli residenti e votanti) dall'altra. La militarizzazione di Piazza dei Cavalieri, ci deve far riflettere su una manovra ben più grave e complessa del consueto ritornello anti-movida.

 La cronaca è nota: da Lunedì 6 giugno, immediatamente dopo il sermone domenicale del Sindaco diffuso sui quotidiani locali, Piazza dei Cavalieri è occupata in modo massiccio dalle forze dell`ordine: Vigili Urbani, Carabinieri, Polizia e Digos accerchiano quotidianamente le zone di ritrovo serale della piazza.

 Sfruttando appieno l`investitura di sceriffo ricevuta dal Ministro Maroni lo scorso anno con il "Patto Pisa Sicura", il Sindaco Filippeschi dimostra subito che cosa intendono  lui e la sua giunta per “sicurezza cittadina”: chiusura dei locali all`una, presidio dei Carabinieri in piazza Sant’ Omobono ,una pioggia di telecamere in città. Politiche che , seguendo un preciso “filo conduttore”,finiscono inevitabilmente per produrre categorie mistificanti come quella di "devianza sociale" o di “vandalo”, che nel dibattito pubblico di questi giorni, oltre ad essere impugnate strumentalmente dall`amministrazione, sembrano permeare anche il senso comune di alcune realtà politiche pisane.

Utilizzare  simili terminologie, obsolete e che patologizzano alcuni fenomeni sociali senza sforzarsi di comprenderne la genealogia, significa dare comode sponde alla logica emergenziale e securitaria della governance.

 Per trovare quel "filo conduttore", dobbiamo al contrario lasciarci alle spalle simili categorie. Il nuovo tassello di piazza dei Cavalieri ci impone piuttosto di superare l`interpretazione di queste politiche sia come mere dimostrazioni di forza in linea con la nota corsa nazionale verso il mito della sicurezza, sia come operazioni estetiche funzionali a un tatticismo elettorale(quanto mai oscuro) nel centro storico.

 Il piano Filippeschi non sposta più solo flussi di voti o il baricentro politico. Oggi sono flussi di persone all`interno di Pisa a essere normati. In primis quello degli student*, componente fondante della città sul piano economico, culturale e sociale,ma che non gode di alcun minimo riconoscimento (nonostante delle quasi 90000 persone che popolano il comune,si debbano contare ulteriori 60.000  student*).

La geografia e la temporalità della nostra città vengono ridisegnate da ognuno di questi provvedimenti: gli spazi in cui già erano confinate le possibilità di vita e di socialità sono ulteriormente ristrette, i tempi della quotidianità sono regolati da orari di chiusura. Limiti stringenti alle emissioni sonore vengono imposti anche laddove non necessari, mentre si assiste continuamente al tentativo di creare zone buie e inaccessibili. Se da una parte gli spazi di libertà di chi studia e lavora tutti i giorni erano prima tollerati in quanto funzionali alla produttività e al commercio pisano, adesso anche ciò' che era permesso viene negato; facendo leva su quell’etica del sacrificio tanto di moda in questo periodo di crisi, che non ammette tempi di pausa dalla produttività', cercando di incardinare la figura di student* in un circuito casa-studio-lavoro (dove c'é). Stiamo parlando di un vero e proprio dispositivo che veicola i processi di aggregazione e produzione di relazioni, forme di vita con cui le persone creano la città'.

 A questo si aggiunge il progetto comunale di trasformare Pisa in una città al servizio del turismo, in cui gli spazi sottratti al corpo vivo della città, ai suoi abitanti (siano questi student*, lavorat* o migranti) vengono adibiti a vetrina, dando per scontato di poter modificare la vocazione di un territorio. Questa volontà si è chiaramente manifestata nello spostamento dell'ospedale Santa Chiara in periferia, così come in alcuni possibili progetti che vorrebbero trasferire i poli universitari vicino al nuovo studentato della Praticelli, sempre in aree periferiche.

 Il progetto Piuss, con il quale il Sindaco vorrebbe "riqualificare" il centro di Pisa attraverso la ripavimentazione, tra le altre, di Corso Italia e piazza dei Cavalieri, è anch’esso pienamente in linea con l’idea di città descritta finora. La riqualificazione passa quindi attraverso un ristrutturazione urbanistica di carattere meramente estetico in cui la discussione si accende solamente riguardo all' obelisco da porre al centro della piazza ma che non apre alcun orizzonte culturale né tantomeno di vivibilità.

Riqualificazione dovrebbe significare invece apertura di possibilità, creazione, relazione e condivisione; l' urbanistica dovrebbe essere finalizzata allo sviluppo della vita nella città e per la città, in funzione dei reali bisogni e desideri dei suoi abitanti – intesi non solo come cittadini in senso giuridico -, come del resto era il ruolo delle piazze durante la loro progettazione nei borghi medievali.

E' così infatti che una città diviene sicura: attraverso una fertilità sociale, un’apertura agli incontri virtuosi tra persone, impossibile laddove si vedono confini, chiusure e delimitazioni, spazi bui. Forme di riqualificazione sono state proprio la genuinità che si respira nel ritrovo serale in Piazza dei Cavalieri, la creazione di indipendenza che ha caratterizzato la riapertura di uno spazio dismesso da anni come palazzo Mastiani in Corso Italia. Riqualificazione significa creare nuovi modi di vita e aggregazione, sulla base di relazioni che fondano e costruiscono  comune. Quello stesso comune che anima la piazza adesso presidiata e che sente di avere la legittimità' di poterla abitare, vivere, popolare. Che vuole prendersi la legittimità di gestirla in modo reale e partecipato.

Tijuana Project