Pisa- verso il 6 maggio, per uno sciopero contro la crisi

3 / 5 / 2011

Il 6 Maggio è sciopero. Uno sciopero generale indetto dalla cgil, ma che è arrivato perchè richiesto con forza da mesi di mobilitazioni: quelle del mondo studentesco contro la riforma gelmini e i tagli alla formazione, e che subito ha saputo parlare ad un più ampio movimento contro la crisi, contro la precarietà e che ha saputo immaginare un'alternativa possibile.
D'altra parte uno sciopero il 6 Maggio, lontano della spinta del movimento che l'ha strappato, rischia di trasformarsi in un rituale stantio, in cui il discorso politico inizia e finisce in una giornata, nei balletti di cifre sulle adesioni formali.

Ma il tempo in cui viviamo, segnato da una crisi economica e sociale che non smette di approfondirsi, dalla disoccupazione dilagante, specialmente tra i giovani, dall'attacco a quello che rimaneva del welfare tradizionale e da sconvolgimenti globali senza precedenti, richiede molto di più. Il primo sciopero generale contro la crisi va preparato e vissuto in forme nuove e non banali.


Oggi sono in primo luogo i precari, i giovani, gli studenti, i disoccupati a voler scioperare, e parte  da loro l'urgenza di inventare e condividere forme nuove di blocco della produzione, che non si limitino alla semplice astensione dal lavoro. Come si fa sciopero al tempo della crisi? Come fa sciopero chi non ha un lavoro nel senso tradizionale o chi non ce l'ha proprio?  Le risposte vanno ancora costruite, ma certo questo anno denso di conflitti ci ha fornito una serie di indicazioni.

Questo sciopero è una prova di maturità – l'ennesima – per una generazione, che va dall'Italia al Maghreb, fino a Londra e Parigi. Crediamo che vada vissuto come un momento all'interno di un percorso in divenire, che supera i confini nazionali, che sia un altro tassello verso la ricomposizione di tutti quelli che in questi mesi si sono trovati insieme in piazza, nelle assemblee, ai cancelli delle fabbriche, nei comitati per la difesa dei beni comuni e dell'ambiente, contro il nucleare. Di tutti quelli che hanno deciso non solo di indignarsi, ma di costruire dal basso e autonomamente qualcosa di migliore, senza ridursi al piagnisteo vittimista tanto di moda contro un governo di ignoranti.

Il 6 Maggio, lo sciopero dovrà essere di chi un lavoro ce l'ha ma non vuole regalarlo al primo padrone che passa...Il 6 Maggio, per chi è studente, precario, disoccupato, sarà invece una giornata di duro lavoro! Lavorare insieme per bloccare il paese, per continuare ad urlare che esistiamo e che non ci siamo per niente stancati di sognare.

TijuanaProject 

Assemblee in Agitazione 

 EigenLab