Portogallo - Manifestazioni contro la crisi e la troika

3 / 3 / 2013

Di seguito alcuni articoli sulla protesta in Portogallo dello scorso fine settimana contro la politica del governo dettata dalla troika.

Dal eldiaro.es

Protesta moltitudinaria in Portogallo contro la troika

Centinaia di migliaia di portoghesi hanno riempito sabato le strade del Portogallo per protestare contro la politica di austerità del governo conservatore e la troika.

Professori, lavoratori della sanità, pensionati, sindacati e collettivi di donne si sono ritrovati insieme nella più grande protesta degli ultimi due anni per chiedere una soluzione alla disoccupazione (arrivata al  17,6 %) e alla grave crisi economica e sociale che soffre il paese.

I mezzi di comunicazione portoghesi dicono che l'affluenza di manifestanti è stata la maggior che si è vista in Portogallo negli ultimi due anni, quando si sono moliplicate le proteste contro i tagli imposti dal debito finanziario del paese.

Con lo slogan "O Povo é quem mais ordena" (il popopolo è quello che comanda), a Lisbona hanno partecipato circa 500.000 mila persone, secondo gli organizzatori, che hanno concluso nella simbolica piazza del Commercio, in cui si vedevano slogan come "preferisco i cavalli nelle lasagne che gli asini al governo" accompagnati dalla canzone "Grândola, Vila Morena", inno della Rivoluzione dei Garofani che ha portato la democrazia in Portogallo nel 1974.

Il movimento "Que se lixe a troika" (Che sia la troika ad essere dannata) aveva già convocato manifestazioni a settembre ed ora è tornato in piazza. Questo movimento chiede la fine dell'intervento degli organismi internazionali in Portogallo e la formazione di un nuovo governo "che si comporti seguendo la costituzione".

Alla giornata di sabato hanno partecipato diversi settori professionali, come l'istruzione, la sanità oltre ai grandi sindacati ed i partiti di sinistra, che si sono ritrovati in varie "mareee", come sono state chiamate le manifestazioni settoriali, che poi si sono congiunte a  Plaza Marqués de Pombal per sfilare insieme lungo avenida Liberdade.

Tra i manifestanti c'erano studenti, pensionati e famiglie con cartelli e striscioni che chiedevano le dimissioni del governo conservatore e la fine dell'intervento della Commissione Europea, della Banca Europea e del Fondo Monetario Internazionale, conosciuti insieme come la troika.

La manifestaione ha coinciso con la presenza dei rappresentanti della troika per la settima valutazione relativa al programma di assistenza finanziaria.

I dati economici peggiorano, nonostante le misure di austerità

Gli organizzatori della protesta denunciano il fatto che il primo ministro, Pedro Passos Coelho, ha ceduto la sovranità nazionale di fronte al FMI e all'UE, che, nel maggio 2011, su richiesta del precedente governo socialista, hanno prestato al Portogallo 78.000 milioni di euro per evitare la bancarotta.

L'esecutivo conservatore ha guadagnato le elezioni anticipate un mese dopo e ha messo in atto un duro programma di austerità, con tagli e riforme per rispettare gli accordi sottoscritti.

Venti mesi dopo, la coalizione conservatrice del governo ha attraversato due scioperi generali e varie manifestazioni molto ampie e proteste, ma ora soffre di un calo di popolarità e nei sondaggi è dietro il partito socialista.

I dati economici, intanto, sono peggiorati, con un tasso di disoccupazione che ha raggiunto il 17,6 % (il doppio di tre anni fa) e una caduta del 3,8 % del PIL, il peggiore delle ultime decadi, nell'ultimo trimestre del 2012.

Passos Coelho considera che l'unica via per superare la crisi è rendere lo Stato "sostenibile". Il leader conservatore considera que la única vía para superar la crisis es hacer el Estado "sostenible".

Il leader conservatore ha sottolineato il successo del suo programma di tagli di fronte ai mercati finanziari, dove ha guadagnato credibilità e il debito a dieci anni è quotato al 6,3 per cento mentre un anno fa era quotato al 17%.

Tratto da www.eldiario.es

Da publico.es

I portoghesi danno il cartellino rosso ai tagli e all'austerità

La più grande protesta del Portogallo  dell'anno ha lasciato l'esecutivo portoghese in silenzio. Nella capitale portoghese la manifestazione è culminata con l'inno della Rivoluzione del 1974 cantato da centinaia di migliaia di voci in Plaza de Comercio, come sfida al governo, di cui sono state chieste le dimissioni. L'indignazione di massa che ha attraversato Lisbona e altre 40 località del paese non ha portato a cambi dell'agenda del governo conservatore di Passos Cohelo.

L'inno della Rivoluzione del 1974, che ha posto fine a quattro decadi di dittatura, è stato il momento culminante della manifestazione, in cui sono confluite varie marce organizzate da sindacati, settori professionali e collettivi vari e tra loro molto diversi per chiedere una soluzione alla disoccupazione e alla crisi che vive il Portogallo. I mezzi di comunicazione portoghesi coincidono tutti nel descrivere la manifestazione come una delle più moltitudinarie registrate nel paese, dove negli ultimi due anni ci sono stati scioperi e proteste basate sul malcontento popolare contro le politiche di austerità.

Le autorità non hanno dato numeri sui partecipanti, mentre gli organizzatori hanno calcolato che nella capitale sono scese in piazza mezzo milione di persone in un paese che ha in tutto 10 milioni e mezzo di abitanti.

La protesta, con lo slogan O povo é quem mais ordena! (E' il popolo che comanda), è stata convocata soprattutto attraverso i social network ma anche, per la prima volta, da manifesti e propaganda fatta nelle prinipali città portoghesi.

Il governo, che nei suoi venti mesi di attività ha sofferto due scioperi generali e le più grandi manifestazioni dalla Rivoluzione, non ha fatto alcun commento, però questa settimana  Passos Coelho ha confermato la sua determinazione nel mantenere le politiche d'austerità. Al contrario, il presidente della Asociación Nacional de Sargentos, Lima Coelho, non perde la speranza "queste cose devono avere una conseguenza".

Tratto da www.publico.es

Portogallo - Manifestazioni contro la crisi