Precari in rivolta contro i tagli della Biennale

2 / 8 / 2009

Si incontreranno il 3 agosto i precari della Biennale con Adecco, l'agenzia interinale che li ha «somministrati», e con i vertici della Biennale stessa. Lo sciopero di domenica scorso ha cominciato dunque a smuovere le acque. Proclamato da Filcams Cgil, lo sciopero è stato un successo. Tutti i lavoratori somministrati in servizio alla Biennale d'arte si sono infatti astenuti dal lavoro per l'intera giornata. Hanno incrociato le braccia, gli addetti ai servizi di custodia, guardiasala, addetti al controllo e al servizio al pubblico. L'iniziativa, hanno detto i sindacati, si è resa necessaria, dopo la verifica delle mancate retribuzioni e nelle buste paga di alcuni istituti contrattuali (ore supplementari, straordinari, maggiorazioni lavoro domenicale) in relazione alla ultima scelta della Fondazione Biennale di Venezia di procedere per il 2009 all'utilizzo di circa 160 lavoratori in regime di somministrazione per la vernice e 110 lavoratori per la gestione della mostra, attraverso la società Adecco.

Questi lavoratori, legati alle attività artistiche di Biennale (Architettura e alla Esposizione Internazionale d'Arte) da alcuni anni, anche per un decennio, sono passati, dalla assunzione diretta della Biennale, al lavoro in somministrazione, ad appalti con cooperative, sempre in una condizione di precarietà, con la necessità di individuare una continuità di lavoro attraverso una costante ricerca di un diritto di priorità mai veramente realizzato. «Ogni stagione - aggiungono i sindacati - diventa sempre più difficile determinare una pianta organica che fotografi il diritto di priorità e le condizioni contrattuali che rispecchino il contratto dell'anno precedente, sia nella determinazione delle ore effettivamente prestate che nelle corrette forme di retribuzione contrattuale».

«La Biennale - dice Marco Baravalle, ricercatore precario - ha risposto a questa mobilitazione mantenendo, almeno ufficialmente, un basso profilo. Alle posizioni istituzionali si è però accompagnata una vera e propria gamma di condotte antisindacali: impiego di guardie giurate, di dirigenti e (udite udite) perfino di stagisti universitari per sostituire i lavoratori in sciopero, solitamente impegnati come guardasala e personale di ingresso della mostra. Salvo poi denunciare, nel comunicato ufficiale diffuso alla conclusione dell'agitazione, quelle che definiscono "modalità intimidatorie" dello sciopero che si sarebbe svolto "fuori dalle regole della Legge"».

Baravalle sottolinea che «la mobilitazione odierna ha segnato un passo importantissimo per quanto riguarda la lotta sul reddito in questa città. Una città in cui l'investimento sul "contemporaneo" non rappresenta certo un dettaglio, bensì una vera e propria strategia di sviluppo complessivo, con la messa in circolo di ingentissimi capitali e il coinvolgimento di soggetti pubblici, privati, nazionali e internazionali».