Prime sentenze nel processo sullo smaltimento illegale dei rifiuti in Campania

Primo round. Processo Eco 4.

di Emiliano Di Marco

11 / 8 / 2010

Con le otto condanne del processo sulle truffe ai danni dello stato e le infiltrazioni mafiose nella Eco4 dei fratelli Sergio e Michele Orsi, imparentati con  il boss  sanciprianese Mario Iovine (ucciso in Portogallo nel 1991),  l'azienda che si occupava per conto del consorzio Ce4, della raccolta dei rifiuti nei comuni di Mondragone, Castelvolturno, Sessa Aurunca  ed altri del casertano, per un totale di una ventina di comuni, si chiude il primo procedimento giudiziario nato dalle clamorose dichiarazioni di Gaetano Vassallo, l'imprenditore emanazione del boss Francesco Bidognetti, il “Buscetta dei rifiuti”, che ha coinvolto nelle accuse anche l'on. Nicola Cosentino e l'on. Mario Landolfi del PdL, svelando  i rapporti tra smaltimento dei rifiuti, camorra e politica.

Sulla credibilità e serietà della scelta collaborativa del principale accusatore di Cosentino c'è  poco da discutere. Con i provvedimenti del 9/6/2008 (convalida GIP del 19/6/2008) e del 17/7/2008 la magistratura, grazie alle stesse ammissioni di Gaetano Vassallo ha potuto sequestrare, a vari membri della sua famiglia, beni per un totale di 41 milioni di euro.

Oggetto del procedimento è stata anche l’azione corruttiva e la turbativa d’asta esercitate da Giuseppe Valente, uomo di Cosentino e presidente del consorzio Ce4, e Claudio De Biasio, l'uomo che Bertolaso aveva incaricato per il commissariato straordinario per la gestione rifiuti agli impianti del consorzio di bacino CE4. Nel corso della gara oggetto d'indagine, il gruppo Bidognetti (Bidognetti Aniello, Miele Massimiliano e Cirillo Alessandro) esercitò pressioni intimidatorie nei confronti dei competitori della  Ecocampania dei fratelli Nicola Ferraro e Luigi Ferraro (consigliere regionale Udeur dal 2005),  indicati dai collaboratori Alfonso Diana e Gaetano Vassallo come vicini alla famiglia Schiavone.

Gli Orsi avevano costituito nel 1999 la srl Flora Ambiente, e per favorire l'Associazione Temporanea d'Impresa, la famiglia Bidognetti mise a disposizione degli imprenditori  le referenze bancarie ed i mezzi di Gaetano Vassallo, in cambio di una quota di 50 milioni di lire mensili da versare al clan, più altre somme collegate all'accaparramento di quote nei comuni più importanti del consorzio e l'assunzione di soggetti collegati al clan. Il clan mise a disposizione dell'operazione anche Giuseppe Valente.

Giuseppe Valente, predispose un bando di gara ad hoc per l'ATI degli Orsi, che si aggiudicarono così l'appalto nel 2000.

Il processo stralcio sulla Eco4, celebrato con rito abbreviato, in attesa del processo sul Consorzio di Bacino Ce4, ha confermato sostanzialmente l'impianto accusatorio della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. Nonostante ciò il gup ha applicato le pene in maniera difforme dalle richieste dei PM.

Sergio Orsi,il cui fratello Michele fu ucciso dal gruppo Setola a Casal di Principe il 1 giugno 2008, per il quale il pm aveva chiesto 12 anni di reclusione è stato condannato a 4 anni e otto mesi. Tra i condannati Giuseppe Valente  e l'ex moglie del boss Mondragonese, Augusto La Torre. Gaetano Vassallo, per il quale il pm aveva chiesto due anni è stato condannato a 3 anni e 4 mesi di reclusione.

Claudio Di Biasio, ha avuto la prescrizione dei reati.

Per il reato di truffa, concorrenza illecita ed associazione di stampo mafioso,  Orsi, Valente e Vassallo dovranno risarcire la Ecocampania di Nicola Ferraro (ex consigliere regionale Udeur eletto nel 2005).

Nicola Ferraro però è accusato da Oreste Spagnuolo, ex componente del gruppo Setola, diventato collaboratore di giustizia, di essere il destinatario di un “regalo”, che Setola avrebbe promesso al consigliere regionale. Tre giorni dopo uccisero Michele Orsi.