Punita l'arroganza di ATO4 e di Nuove Acque

22 / 7 / 2011



Con sentenza  del 30 giugno 2011 il Consiglio di Stato ha confermato la decisione del TAR della Toscana è ha definitivamente sancito l’illegittimità delle tariffe retroattive introdotte da ATO 4 e Nuove Acque nel 2009 per eliminare gli effetti della sentenza della Corte Costituzionale  sulla depurazione delle acque. 

E’ una grande vittoria del Comitato Acqua Pubblica, del suo ottimo avvocato Sandro Ponziani e di tutti gli utenti che ora saranno rimborsati per una cifra complessiva che si aggira sui circa 800 mila euro.  La vittoria del Comitato sta anche nella conferma del suo riconoscimento di  “portatore, in modo continuativo, di interessi diffusi radicati nel territorio e, con esso, la legittimazione ad agire in giudizio a tutela di quegli interessi.”
In questa vicenda ci sono naturalmente anche degli sconfitti. E sono il consiglio di amministrazione dell’ATO 4 e di Nuove Acque ed in particolare i loro Presidenti  Dario Casini e Paolo Ricci. Essi,  in questa battaglia giuridica, hanno impegnato molte decine di migliaia di euro di spese legali (si ipotizza una cifra complessivamente di oltre 50 mila euro).  A noi sembra giusto che tali ingenti risorse (peraltro assai sproporzionate rispetto all’entità della causa) debbano essere a carico di chi ha sbagliato e non dei cittadini. Vedremo come nei prossimi giorni i loquaci Presidenti di Ato 4 e Nuove Acque motiveranno questo  sperpero di denaro pubblico e se avranno la dignità di farsene carico personalmente.
Ma questa è solo la prima battaglia (vinta) sul tema delle numerose illegittimità che ATO 4 e Nuove Acque hanno e stanno commettendo nella gestione del servizio idrico integrato. 
Le prossime battaglie giuridiche riguarderanno: 
1) la quota fissa (che il Ministero dell’Ambiente ha dichiarato illegittima) per la quale Nuove Acque introita circa 11,5 milioni di euro l’anno; 
2) il conguaglio semestrale (Nuove Acque è l’unico gestore italiano del servizio idrico che fa un conguaglio semestrale anziché annuale) per il quale gli utenti pagano complessivamente circa 250 mila euro in più del dovuto ogni anno;
3) l’eliminazione della componente “remunerazione del capitale investito” dal calcolo della tariffa del servizio idrico. Eliminazione obbligatoria dopo l’esito del referendum del 13  giugno;
4) l’illegittimo ingresso di ACEA nella compagine privata di Nuove Acque; illegittimità evidentissima visto che nella gara della scelta del socio privato effettuata nel 1998 ACEA arrivò ultima fra i tre concorrenti. 
Dopo l’esito dei referendum nei quali i cittadini hanno chiaramente votato per la gestione pubblica dell’acqua e senza possibilità di farvi profitto  la politica nazionale e locale è chiamata ad avere comportamenti conseguenti.  Furberie e opportunismi non sono consentiti.  Noi del Comitato Acqua Pubblica vigileremo sulle azioni delle istituzioni (sindaci) e dei partiti politici; nel frattempo, tuttavia, non lasceremo nulla di intentato per far rilevare e cancellare le numerose e gravi illegittimità nella gestione privatizzata del servizio idrico aretino. 

Comitato Acqua Pubblica di Arezzo