Sul ring si batte con cuore e disciplina. Fuori si fa guidare dagli ideali e dall’impegno politico, sognando il riscatto della sua gente e della sua terra. Salvatore Carrozza, 25 anni, pugile professionista, si è laureato un mese fa campione intercontinentale Wbf per la categoria pesi Welter battendo il brasiliano Lazaro Santos. Sabato era a Padova, ospite della Polisportiva San Precario, per l’inaugurazione della palestra di pugilato del Centro Sociale Pedro, che presto farà corsi di boxe.
Un invito non casuale. Quella di Carrozza, che è anche studente di
economia, è una storia atipica in bilico tra sport professionistico e
sinistra extraparlamentare. Più che no global si definisce antifascista
e antirazzista. Salvatore viene dalla periferia di Napoli, dove alzare
la testa per un futuro diverso è difficile e pericoloso. Lui ci prova,
seguendo i suoi miti Ray Sugar Robinson e Che Guevara. Boxa da dieci
anni. Da due è un militante politico. C’era anche lui a protestare a
Chiaiano, il paese che ha accolto i rifiuti che sommergevano la
Campania.
«Quella contro l’apertura della discarica è stata una
battaglia persa ma da un certo punto di vista è servita a cementare i
legami tra la gente che vive in balia di abusivismo, camorra,
disoccupazione», racconta. Da un paio d’anni è un attivista del centro
sociale occupato Insurgencia, aperto cinque anni fa in una struttura in
totale abbandono, dove sono sorte una libreria e un laboratorio
d’informatica. E presto vedrà la luce una palestra. «Appena posso
partecipo a riunioni, progetti e manifestazioni - spiega - La passione
per la politica nasce da un desiderio di riscossa. A fine carriera mi
piacerebbe fare politica, magari prendendo spunto dal pugilato. Sul
ring rispettare l’avversario è fondamentale. Fuori l’importante è
conoscere contro chi e cosa ti devi battere».
Fonte: Il Mattino di Padova 09/11/09