Reggio E. - Ritirato il decreto anti-manifestazioni di Delrio e Maroni

Il percorso di lotta di Io Non Ho Paura raggiunge un risultato importante: decreto definitivamente ritirato

27 / 4 / 2010

E' notizia di ieri il ritiro definitivo del decreto, figlio delle disposizioni del pacchetto sicurezza di Maroni, che impediva le manifestazioni in tutto il centro storico della città di Reggio Emilia dalle ore 14.00 del sabato alle 24.00 della domenica.

Un decreto, come più volte ripetuto, gravemente repressivo e lesivo nei confronti dei movimenti sociali e di tutte quelle soggettività libere che hanno deciso di lottare per una città ed un mondo migliori.

Il Prefetto di Reggio Emilia ha inviato una velina alla giunta comunale tesa ad informarla di questa decisione. Ovviamente questa è una vittoria importante, figlia di oltre un anno di mobilitazioni, analisi, assemblee e, perché no, della volontà e della determinazione di tutti gli attivisti che hanno deciso di violare ripetutamente questa disposizione, anche a discapito della propria incolumità fisica. E' una vittoria importante anche perché dà luogo ad un precedente importante per tutte le altre città nelle quali le amministrazioni hanno deciso di applicare misure simili. 

A Reggio Emilia si è riaperto uno spazio di agibilità politica, e si è aperto grazie alle pratiche di movimento.

Di seguito il comunicato del Laboratorio Aq16:

Apprendiamo con gioia la decisione del prefetto di non prorogare l’ordinanza che vietava le manifestazioni nel centro storico nei week end, un’ordinanza del sindaco Delrio emessa giusto un anno fa sull’onda del pacchetto sicurezza Maroni. La ritenevamo ingiusta allora e la riteniamo ingiusta oggi come tutte le leggi che stanno all’interno del decreto sicurezza, un decreto limitativo delle libertà individuali e collettive volto unicamente a reprimere gli ultimi, migranti e giovani più di tutti, con particolare propensione a limitare l’agibilità dei movimenti sociali che si battono contro il sistema dominante creato ad arte sulle paure della gente.

La cancellazione dell’ordinanza è una vittoria vera, reale costruita attraverso la pratica del conflitto con mesi di mobilitazioni continue, manifestazioni, presidi, dibattiti e assemblee. Centinaia di persone che hanno posto le loro idee e i loro corpi per costruire un’idea di città diversa, aperta solidale e libera da paure e restrizioni. Centinaia di persone che al grido di “io non ho paura” hanno invaso le piazze del centro storico e le hanno liberate per chiunque volesse far sentire la propria voce all’interno della “polis”, il centro nevralgico delle decisioni che riguardano la città intera e tutta la sua popolazione, vecchi e nuovi cittadini migranti, con o senza permesso di soggiorno. 

Una vittoria importante che dà un primo freno all’ondata restrittiva in atto nel paese, fondamentale per la continuità del percorso di liberazione intrapreso dalle soggettività che lottano e non vogliono rimanere inerti rispetto a ciò che gli succede attorno.

Si tratta solo del primo passo di una battaglia che ci vede impegnati in prima linea contro il decreto sicurezza, tutto ciò che comporta e continuerà a creare durante la sua applicazione, a cominciare dal rapporto tra lavoro, casa e cittadinanza, forse l'aspetto più pesante del decreto e la battaglia più importante. Non è infatti possibile che la cittadinanza e quindi i diritti primari siano legati a doppio filo dall’avere o meno un lavoro e una casa, questo vale per tutti: perché se per un migrante il nesso è lavoro-permesso di soggiorno-casa-diritti (un circolo vizioso che non si comprende dove comincia e dove finisce) per gli italiani è lavoro-casa-residenza-diritti, dove l'unica discriminante è l'essere nati in Italia e non dover possedere (per ora) un permesso scritto. 

Non ci interessa chi è nato e dove, vogliamo che chiunque viva nei nostri territori abbia piena cittadinanza e accesso a tutti i diritti fondamentali, casa, salute, istruzione e reddito in particolare. Continueremo a dare battaglia perché in un momento come questo di crisi economica, politica e sociale non lasceremo spazio alle pulsioni più pericolose dell’essere umano, in primis il razzismo e la xenofobia cavalli di battaglia del governo e in particolare della Lega Nord che tanti danni sta portando nei nostri territori. Rilanceremo percorsi di partecipazione attiva in difesa dei diritti, di creazione del “comune” da contrapporre all’individualismo dominante, di disobbedienza a leggi ingiuste come la Bossi-Fini e il decreto sicurezza Maroni.

Per continuare a costruire una società libera invitiamo tutti e tutte a partecipare al corteo indipendente del 1 maggio (meeting point h 14.00 stazione ffss di Reggio Emilia) che mette al centro delle rivendicazioni la lotta alla precarietà della vita e i nessi che legano lavoro casa cittadinanza e diritti.