Reggio Emilia - 4 Sì, per il bene comune contro il capitalismo!

12 e 13 Giugno tutti a votare per il Referendum!

8 / 6 / 2011

Domenica 12 e Lunedì 13 Giugno si vota per il referendum che ha per oggetto i quesiti sull’utilizzo delle risorse idriche, sull’energia nucleare e sul legittimo impedimento.
In questi lunghi mesi di preparazione abbiamo visto crescere un movimento trasversale che dai territori si è presto esteso al nazionale per l’ottenimento di un referendum, ultima forma elettorale di intervento diretto, per l’abrogazione di quegli articoli che legittimano la privatizzazione dell’acqua e il reintegro dell’energia nucleare come fonte di d’energia “pulita” e alternativa.
Questi tre quesiti in particolar modo (due sull’acqua ed uno sul nucleare)  sono il frutto di una mobilitazione  e di una spinta politica e culturale voluta e agita dai territori, da comitati di persone e soggetti che riconoscono nelle risorse “ambientali” una ricchezza comune e inalienabile. Un bene che non può diventare ennesima vittima del sistema di mercificazione e di profitto su cui si basano le economie di tutto il mondo.
Risultano essere emblematici tanto la privatizzazione delle risorse idriche quanto il ritorno all’energia nucleare.
Nel primo caso è abbastanza palese ed evidente quanto pressante e violento sia il meccanismo di crescita perenne del capitale, che approda “all’oro blu” aprendo una nuova frontiera di speculazione e aumento del profitto (di pochi), privando popoli e cittadinanze di quella comune fonte di vita che è l’acqua, o meglio imbrigliandone la distribuzione e la gestione in complicate dinamiche che discriminano tra chi se la può permettere e chi no, avvelenando in certi casi nell’indifferenza e nella cattiva gestione risorse idriche già presenti e prima pure e incontaminate.
Nel caso successivo appare terribilmente palese la sconsideratezza e la miopia di questo meccanismo economico, che per aumentare la propria ricchezza guarda costantemente al presente e all’immediato, una logica del “minima spesa massima resa” che i recenti disastrosi eventi di Fukushima non sembrano scuotere più di tanto. Un meccanismo che punta ad una continua ascesa priva di prospettive future, che distrugge e che macina tutto ciò che viene raccolto nei suoi dispositivi di produzione e speculazione.
Il percorso intrapreso dai comitati territoriali, referendari e non solo, racconta e delinea nuove sensibilità e nuove determinazioni di ciò che è senso comune chiamare democrazia. Si tratta di nuove strade non tanto nelle pratiche che adotta, ma nella portata culturale dei contenuti promossi e nella capacità di creare consenso e partecipazione, esprimendo la legittimità di pretendere espressioni e  interventi diretti nella costruzione dei propri contesti di vita. 

Vincere il referendum non basterà ad arrestare il Gigante ma è un altro tassello posto lungo un percorso ancora tutto da definire, che tende a togliere dalla strumentalizzazione del neo-liberismo spazi e beni comuni, che vuole liberare territori e restituire loro la gestione autonoma e indipendente delle risorse ambientali ed energetiche. La democrazia reale si costruisce dal basso in spazi liberi e comuni.

Il 12 e il 13 Giugno esprimiamo quattro sì per il bene comune!

Laboratorio Aq16