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Oltre 2.500 persone hanno invaso l'Horus Liberato nel giorno dell'ultimatum.

12 / 10 / 2009

 C'era tanta gente. Tanta da pensare che 1000 agenti pronti per lo sgombero fossero pochi e inutili. C'era tanta gente.

Tanta da spazzare via le architettoniche perimetrie dell'Horus. L'Horus è diventato piazza Sempione, piazza sempione l'Horus. E la città, dappertutto. Tanta gente.

Non venuta perchè attirata da qualche nome famoso della musica pop o mainstream che evidentemente non c'era. Oltre 2500 persone hanno attraversato lo spazio, riunite intorno ai battiti della Roma autoprodotta, libera e indipendente.

Una serata fatta di note diverse ska, reggae, hip pop, elettronica, in cui ogni scaletta ipotizzata saltava perchè era incomprimibile la voglia di mischiarsi. Ne è venuta fuori un suono comune ma plurale, meticcio e primordiale che ha invaso quelle mura e quella piazza, un tempo ritrovo esclusivo di nazi celebrolesi e suore.                                                                                                      

Tanti battiti.

Contributi sonori di storie diverse da diversi luoghi della metropoli, ma che non hanno smesso di porsi l'annosa ricerca della libertà. Non domani. Non chissà quando.

Ma adesso. Ora. A partire da Horus.

Il giorno che ci volevano invadere con la loro violenza e con la loro devastazione noi ci siamo autoinvasi di sorrisi, gioia e coraggio. E serviva. Serviva perchè Roma è cambiata.

Non solo per le aggressioni, non solo per il sindaco con la celtica al collo, non solo per il nuovo ammortizzatore sociale vestito di blu con sirena e manganello sguinzagliato in città. E' cambiata perchè la crisi economica provocata dall'egoismo di pochi diventa un egoismo sociale per affrontare le difficoltà quotidiane e personali. Perchè il nemico è più facile trovarlo accanto, perchè il potere che sembra lontano colpisce più da vicino di quanto si è disposti ad ammettere.

E allora la paura e la solitudine prendono il posto alla voglia di esserci e di incontrarsi.

Così non è stato. Ci siamo incontrati e ci siamo riconosciuti. Liberi, felici, indipendenti, eretici. Possono sgomberare l'Horus e blindare la città.

Ma i battiti non si possono fermare. Partono dal basso e più in basso stanno più camminano sui muri, attraversano le crepe e i pavimenti.

Per trovare l'aria e respirare liberi.

Horus Resiste.