Revocato l'obbligo di firma agli attivisti di Monfalcone

Arrestati e scarcerati nel corso dell'Operazione Blu

Utente: folletto
2 / 7 / 2009

È giunta l’ennesima buona notizia sul fronte dell’inchiesta della Procura di Gorizia che il 17 febbraio scorso ha portato in carcere sei persone che frequentano lo spazio sociale autogestito di Via Natisone 1 a Monfalcone.

A quasi 4 mesi dalle scarcerazione dei principali imputati

dell’indagine «Operazione blu», condotta con due anni di pedinamenti, intercettazioni, telefoniche e ambientali, e decine di sommarie informazioni testimoniali, lo stesso gip della procura goriziana, che a suo tempo avvallò la tesi del pm Marco Panzeri, chiedendo la custodia cautelare in carcere per fatti avvenuti a più di due anni di distanza, ha concesso nei giorni scorsi la revoca della misura cautelare dell’obbligo di presentazione, poi trasformatosi in obbligo di firma, per 5 degli scarcerati.

E così Stefano Micheluz, Massimo Cristian, Francesco Francioso e i fratelli Mario e Claudio Pugliesi, che avevano l’obbligo di presentarsi tre volte alla settimana presso il locale commissariato di polizia, da giovedì scorso sono definitivamente liberi, in attesa che venga fissata la data dell’udienza preliminare.

Alla notizia è seguita subito la felicità degli indagati e di quanti, tra febbraio e marzo scorso, hanno dato vita al movimento per la liberazione degli arrestati, manifestando con costanza e determinazione fino alla scarcerazione del 6 marzo. A dare la notizia sono stati gli avvocati Luca Maria Ferrucci e Giovanni Iacono, difensori di fiducia dei cinque, che lunedì 22 giugno hanno presentato in procura di Gorizia la richiesta di rito. Dopo un breve vaglio da parte dello stesso gip, che nel documento di revoca comunica «…che il Pm non ha saputo dare fondati motivi obiettivi alla continuazione della misura cautelare…», mercoledì 24 la risposta positiva è giunta agli organi preposti, riconsegnando alla piena libertà i 5 giovani.

Da ricordare come la lunga e tortuosa  inchiesta denominata «Operazione Blu», che ha portato nelle carceri di Gorizia e Udine, oltre i 5 già citati, anche Edgardo Perani,  solo dopo qualche settimane ha subito un forte ridimensionamento ad opera del Tribunale del riesame di Trieste, che ha riformato la misura cautelare della detenzione con l’obbligo di presentazione. 

Inoltre, l’ordinanza del tribunale triestino ha praticamente smontato gran parte delle indagini eseguite dal Nucleo operativo radiomobile dei Carabinieri e dagli uomini della «squadra anticrimine» del commissariato, sempre di Monfalcone, entrando nel merito delle indagini e dando giudizi molto chiari sul tipo di indagini, sulle modalità e sui risultati, tanto che parte degli imputati hanno presentato, ad aprile 2009, un esposto denuncia contro gli inquirenti proprio per le modalità di svolgimento di alcuni interrogatori fatti ad alcuni giovani monfalconesi. 

Dopo solo pochi giorni dalla presentazione dell’esposto è esplosa la vicenda giudiziaria che ha di fatto azzerato gli effettivi della locale caserma di C.C. in via S. Anna, portando ai domiciliari un militare molto conosciuto in città e all’allontanamento di altri 4 militi, tra cui il vice –comandante, tutti trasferiti ad altra sede. Al momento non è chiaro se nell’ indagine in questione anche gli uomini della «squadra anticrimine» del Commissariato monfalconese siano coinvolti come imputati oppure come  testimoni degli abusi avvenuti. Di sicuro è una notizia, mai apparsa sui media, il fatto che lo stesso Tribunale del Riesame, che ha concesso nuovamente la libertà ai 5, non ha fatto altrettanto per il maresciallo ai domiciliari, visto che la scorsa settimana quest’ultimo, in un’udienza che lo vedeva imputato per fatti analoghi e più gravi, è stato accompagnato in manette nell’aula del tribunale di Gorizia. 

E intanto, dopo aver ricevuto la notizia della revoca della misura cautelare, gli attivisti dello spazio sociale di via Natisone 1 hanno indetto per la sera di venerdi 3 luglio una festa presso lo spazio autogestito, sia per condividere la gioia con quanti li hanno sostenuti nel momento di difficoltà, sia per organizzare la trasferta del giorno dopo a Vicenza per la manifestazione contro la base militare americana all’aeroporto Dal Molin.

Vedi anche:
Cristian, Stefano e Francesco sono liberi!(06.03.09)
Tre attivisti arrestati a Monfalcone(17.02.09)