Asl,Ispels e Inail danno il via libera. Ma le indagini dicono tutt’altro

Riapre la centrale Enel anche se non è sicura

di Daniele Nalbone

9 / 4 / 2010

La centrale Enel di Torre Valdaliga Nord, da lunedì, sarà di nuovo in funzione. Questo il contenuto di una nuova ordinanza, la seconda in tre giorni dopo quella di martedì che aveva sancito la chiusura dell’impianto, proveniente dal Comune della città portuale. Oggi, entro le 17, la cosiddetta “task force” voluta dal sindaco Moscherini e composta da Asl/F, Ispels e Inail presenterà una relazione che darà il via libera alla riapertura. Il sindaco Moscherini può così tirare un sospiro di sollievo: è ormai quasi del tutto scongiurato il rischio che Enel possa chiedere i danni al Comune di Civitavecchia per la prima ordinanza di chiusura della centrale. Peccato, però, che in questo modo, con l’autorizzazione rilasciata da tre organi preposti al controllo e controfirmata dal Comune, si rischia di insabbiare buona parte dell’inchiesta che l’Ispettorato provinciale al Lavoro di Roma sta portando avanti, giorno e notte, da sabato pomeriggio, giorno dell’incidente mortale che ha ucciso Sergio Capitani. Un’inchiesta dalla quale stanno emergendo gravissime inadempienze in materia di sicurezza da parte di Enel. Sergio Capitani, infatti, non è stato ucciso all’interno dell’area cantiere, ma in una parte di centrale completata, collaudata e in produzione da tempo. Un’area che la Fiom ha definito una vera e propria “zona franca” all’interno dell’impianto, gestita da Enel Produzione. Così, mentre a Civitavecchia, al momento in cui Liberazione va in stampa, è ancora in corso l’autopsia sul corpo di Sergio Capitani per stabilire se vi sia stata tempestività sui soccorsi, dall’inchiesta emerge che l’operaio è rimasto per oltre venti minuti su un ponteggio troppo stretto e privo di via di accesso per le emergenze, come invece prevedrebbero le più elementari norme di sicurezza, motivo per il quale la magistratura ha deciso di indagare per omicidio colposo undici persone tra responsabili Enel e dirigenti delle ditte appaltatrici. Nonostante ciò, il sindaco di Civitavecchia, Moscherini, ha deciso di concedere il via libera alla riaccensione dell’impianto, mentre resterà sotto sequestro della magistratura la sezione in cui è avvenuto l’incidente mortale. Con questa ordinanza, in sede di dibattimento, eventuali carenze strutturali riscontrate da parte degli ispettori potrebbero essere “superate” da un parere positivo ai livelli di sicurezza emesso dagli altri enti preposti. Si rischia, quindi, che al processo ci si trovi davanti alla “parola dell’ispettorato” contro la “parola di Asl, Inail e Ispels”. Fin dal primo momento gli ispettori del lavoro hanno immediatamente incentrato le propria indagine sul perché nessuno ha detto alla squadra della Guerrucci, di cui Capitani faceva parte, che il tubo da pulire era in realtà in pressione e pieno di ammoniaca: non appena la sonda è stata inserita nel tubo, una fortissima fuoriuscita di acqua mista ad ammoniaca ha travolto Capitani e gli altri operai presenti. Intanto, ieri mattina, circa cinquanta operai tra dipendenti Enel e delle ditte esterne, hanno presidiato la sala consiliare del comune dove era in corso un consiglio straordinario sulla riconversione a carbone del quarto gruppo di Tirreno Power. «Abbiamo chiesto al sindaco» spiegano gli operai «di ritirare l’ordinanza di riapertura: non siamo disposti a rientrare in un cantiere e in un impianto così pericoloso dopo appena un giorni di controlli dopo che si erano decisi almeno 15 giorni di verifiche». Per questo il Prc di Civitavecchia non usa mezze parole nel definire la decisione di riapertura proveniente dal sidnaco Moscherini «una vera e propria presa in giro, dettata, evidentemente, dalla necessità di non indispettire troppo una multinazionale che, tramite le compensazioni, ha riempito e continua a riempire di denaro le casse dell’amministrazione comunale». Nel frattempo altri particolari inquietanti emergono sulla Centrale Enel di Civitavecchia: dopo le 119 contravvenzioni della Asl del 2009, le violazioni da parte di Enel delle prescrizioni della Valutazione di Impatto Ambientale, la mancanza di Autorizzazione Integrata Ambientale e altre decine di irregolarità riscontrare a Torre Valdaliga Nord, lo scorso 22 gennaio il procuratore Gianfranco Amenendola ha effettuato una richiesta preventiva di sequestro della centrale “per esercizio in assenza di autorizzazioni e per gravità della stessa per la sicurezza dei lavoratori e della salute pubblica”. Richiesta rigettata dal Gip, Giovanni Giorgianni. Dopo queste ultime indiscrezioni, quindi, emerge una domanda, agghiacchiate: se la richiesta di sequestro fosse stata accolta, Sergio Capitani, oggi, sarebbe ancora vivo?